Fuori scena, a sipario chiuso, un boato, la sospensione del pensiero, l’attesa, la scoperta della disgregazione di uno dei simboli di della città, quel Corpo di Napoli che appare frantumato tra volute di fumo e polvere. E’ in questo modo che si entra nelle simbologie di “Uscita di emergenza”, una drammaturgia di Manlio Santanelli, scritta nel 1978, portata in scena da Mariano Rigillo e Claudio Di Palma che ne cura anche la regia. Il tema della solitudine e dell’incapacità di comunicare e dare senso alle parole al centro della narrazione che fa svolgere l’azione in un luogo fatiscente dove i due protagonisti si inseguono, si raccontano lasciando a metà confessioni di un passato che li rende simili pur nelle loro peculiari differenze. Uno, Pacebbene (Di Palma) è un ex sacrestano, l’altro Cirillo (Rigillo) è un ex suggeritore di teatro, entrambi sono sopravvissuti a una vita che li ha resi soli, entrambi sono reduci da una società in cui i loro mondi si sono frantumati, entrambi vorrebbero cercare quella via d’uscita che non riusciranno a trovare. Un senso di devastazione e di abbandono attraversa l’intera messa inscena, accentuato da cupi rimbombi che annunciano ripetute scosse di terremoto, testimonianza del bradisismo del luogo che diventa metafora del bradisismo delle loro anime, uno angosciato dall’assenza della Grande Signora che per una volta aveva amato, l’altro messo ai margini dalla società che sembra non volerlo accettare. Il testo, si ricorda scritto nel 1978, è fortemente profetico sia del terremoto che due anni dopo scuoterà la Campania (e in effetti il 1980 è cifra che ricorre nella messa in scena) sia, ad esempio, del tema del femminicidio, appena accennato in una delle tante confessioni dei due protagonisti che appaino come chiusi in una gabbia dalla quale per loro stessa volontà non riescono a fuggire. Al Teatro San Ferdinando fino a domenica 5 novembre.
USCITA DI EMERGENZA di Manlio Santanelli regia Claudio Di Palma con Mariano Rigillo, Claudio Di Palma scene Luigi Ferrigno costumi Marta Crisolini Malatesta luci Gigi Saccomandi musiche Paolo Coletta assistente alla regia Lucia Rocco assistente alle scene Fabio Marroncelli direttore di scena Alessandro Amatucci datore luci Fulvio Mascolo elettricista Pasquale Piccolo macchinisti Alessio Cusitore, Gigi Sabatino fonico Paolo Vitale sarta Roberta Mattera foto di scena Marco Ghidelli produzione Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale
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