“E’ un progetto sull’unicità e su tutto ciò che stiamo perdendo con l’evoluzione”, così Diego Orlacchio stasera alla libreria Masone dove è appena stata inaugurata “One” ,la mostra fotografica che raccoglie scatti fotografici suggestivi nella loro essenzialità.
“Era il 2009 e durante una cena in un ristorante, nella sera di San Valentino, vidi una coppia di ragazzi che invece di parlarsi erano fissi con lo sguardo sui telefonini. Fu una scena tristissima che ho tenuto dentro me per un po’ di tempo fino ad elaborare un mio pensiero. One vuole essere appunto la mia idea di unicità chè un po’ solitudine, stato che sento molto mio” I soggetti sono tutti soli, si inizia con una prima fotografia che è appena un accenno di linee e ombre e ci porta in una natura ancora incontaminata per poi proseguire in un viaggio metaforico in cui, in ogni scatto, comincia ad aggiungersi un nuovo elemento.
“In questa fotografia – indica Diego – comincia ad apparire un simbolo della comunicazione, il palo dei cavi telefonici, e in quest’altra una strada, su tutto però, un uccellino sembra demandare ancor alla natura”.
Poi il percorso si fa più antropizzato e da una foto spunta un’antenna, sola, in primo piano rispetto alla linearità di un muretto e un orizzonte ammantato di nebbia.
La nebbia è l’elemento costante ricercato in giorni di attesa “ per dare il senso di un ‘senza tempo’, l’idea di foto che non hanno una collocazione temporale, foto in cui il soggetto che osserva è ‘ uno’ rispetto all’uno rappresentato”.
In un’altra foto una gru si erge minacciosa ad indicare che la realtà è una continua sovrapposizione dell’artificio umano alla natura che, però, nell’ultima foto, appare in primo piano, sullo sfondo lo skyline di costruzioni, forse per essere monito a rallentare e a godere dell’ombra di un albero o, forse, per dare una speranza all’umanità sempre più persa in una corsa verso il nulla.
La mostra i concluderà il prossimo 7 giugno con l’Ast Ap, aperitivo con vendita all’asta delle opere esposte.
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