Le principesse delle favole o della realtà, si sa, sono sempre bellissime, bionde, bianche, aggraziate, ma mai hanno la possibilità di esprimersi, vittime di una società patriarcale che le vuole esistenti solo se la loro vita è finalizzata al matrimonio col principe di turno, o con la bestia che lo diventerà.
In questo saggio di Giusi Marchetta si ripercorrono le storie delle principesse delle fiabe che sono state fiabe di tutte noi che abbiamo continuato, ahimè, a sognare e a soffrire anche di fronte alla storia reale di principesse belle, tristi e sfortunate come Lady Diana e alle storie di donne non nobili, ma altrettanto belle e sfortunate come, ad esempio, Marylin Monroe.
E questo narrare ha profondamente inciso sul pensiero e ha convinto in qualche maniera che il compito di una principessa e nella realtà di una donna, viepiù se bella e bianca, è quella di aspettare l’amore e, naturalmente, il matrimonio. Finalmente, però, afferma l’autrice, in un “mondo in cui i modelli stereotipati stanno perdendo di centralità”, alcune delle nuove eroine da Buffy a Mulan fino ad arrivare alla Sirenetta sono ora diventate anche il mezzo per riconoscere ed abbattere (o almeno provare a farlo) certe gabbie nate dal patriarcato e aiutare le bambine e le ragazze in quel difficile percorso di autodeterminazione.
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