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"Povere Creature" di Yorgos Lamthimos
     
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lun 29-01-2024 17:42, n.14314 - letto 464 volte

"Povere Creature" di Yorgos Lamthimos

“Una donna che traccia la propria rotta verso la libertà…incantevole”, il commento di Maria Pia Ciani

di Maria Pia Ciani


Vincitore del Leone d’Oro alla 80esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, 11 candidature agli Oscar, Povere Creature è un film estremamente particolare; lo si evince sin dai titoli di testa che fanno da cornice alle immagini in bianco e nero delle impunture del cotone su un tessuto delicato.
Ispirato al libro Poor Thinghs di Aladsair Grey, il cinema dimostra ancora una volta come favorire la divulgazione di un romanzo dimenticato. Pubblicato in Italia con il titolo Poveracci nel 1992, è nuovamente disponibile nelle librerie edito dalla Feltrinelli, riporta in copertina il titolo e la locandina del film di Lamthimos.
Il sodalizio artistico tra il regista greco ed Emma Stone è nato con La Favorita, che tuttavia decretò un successo straordinario per la protagonista, Olivia Coleman. Per la sua superlativa interpretazione, si aggiudicò l’Oscar, il Golden Globe e la Coppa Volpi. Il film datato 2018 attualmente è disponibile su NETFLIX.
 Povere Creature rappresenta per Emma Stone la grande occasione di replicare il successo de La Favorita, e le premesse ci sono davvero tutte. Veste i panni di Bella Baxter, la Vittoria suicida, restituita alla vita dallo stravagante dottor Dogwin Baxter, un mostruoso eppure sempre affascinate William Dafoe, frutto egli stesso degli esperimenti di suo padre.
Il rimando al Frankenstein di Mary Shelly è immediato; vedere il dottor Baxster al centro dell’aula chiedere ad uno studente volontario di riposizionare correttamente gli organi in un cadavere, ricorda Gene Wilder in Frankenstein Junior. La differenza sostanziale è il soggetto dell’esperimento, in questo caso si tratta di una donna.
Bella vive nella grande casa del dottor Baxter, accudita da una governante, la quale è solita assistere lo scienziato durante i suoi esperimenti, molti dei quali vivono in giardino; teste di maiali sulle zampe di oche, capre con corpi di cani. Anche a Bella viene consentito di tagliuzzare cadaveri.
Bella è una mente infantile in un corpo adulto, le movenze, il linguaggio, il comportamento sono quelli di una bambina molto piccola. Comunica con poche parole, si muove barcollando, è dispettosa e capricciosa, ma anche molto intelligente, apprende velocemente. Il dottor Baxter affida ad un giovane assistente, Max, il compito di osservare suoi progressi di Bella. Ben presto Max gli chiederà da dove viene Bella. La verità lo inquieta senza provocare, tuttavia, particolari ripercussioni. Max continuerà ad osservare il numero e la qualità degli apprendimenti di Bella.
Il percorso di formazione procede velocemente, Bella si muove con maggiore sicurezza, assume una posizione retta sebbene alle volte un po' incerta, il linguaggio si evolve arricchendosi di nuove parole grazie alle quali riesce più chiaramente a forgiare il pensiero. Bella, promessa in sposa a Max, chiede di poter conoscere il mondo. La richiesta stupisce Godwin Baxter, convinto di aver creato per lei una situazione protetta e sicura all’interno della sua casa, ma alla possibilità posta da Bella che un suo rifiuto possa trasformare l’affetto per lui in rabbia, preferisce lasciarla andare.
Il viaggio di Bella in compagnia dell’avv. Duncan Wedderburn, interpretato da Mark Ruffalo, sancirà il suo percorso di emancipazione.
Il film inizia con una scena a colori, Vittoria si lancia dal Tower Bridge, per proseguire poi con un effetto tra il bianco e nero ed il color seppia in piani sequenza meravigliosi capaci di accompagnare il pubblico in un’atmosfera surreale, che poi prenderà corpo e forma. Originali gli effetti concavi di alcune scene, e la riduzione dello schermo a buco della serratura, dando la sensazione che altri occhi, oltre a quelli del pubblico stiano spiando le avventure dei protagonisti.
Il colore poi domina tutto il film, fino ai titoli di coda, anch’essi compaiono come cornici alle immagini colorate, dettagli di scene particolari.
Mentre la storia segue la sua narrazione in un ritmo sempre più incalzante, le sensazioni che si alternano sono lo stupore, l’ironia, il cinismo, il sarcasmo, ed una infinita bellezza, sempre, come un elemento costante che si riesce a cogliere anche nelle scene più forti ed irriverenti.
Povere Creature racconta in modo visionario, onirico, surreale ma straordinariamente potente la storia di una donna, della sua morte e della sua rinascita, una seconda vita durante la quale ha maturato la consapevolezza di voler essere libera, ha maturato la gratitudine, ha elaborato il lutto, ha compreso chi vuole essere e cosa vuole fare: “quando sono tornata, l’odore di sangue e cloroformio mi ha fatto capire cosa voglio fare. Voglio diventare un medico”.
Yorgos Lamthimos generosamente mette in risalto sia il talento di tutto il cast, dove meritatamente eccelle Emma Stone che oggettivamente regge il film, sia quello delle maestranze, minuziosamente curate sono le scenografie. La camera da presa sosta sovente sugli abiti della protagonista, tessuti leggeri abilmente confezionati contribuiscono a disegnare il personaggio. Resteranno impresse le maniche a palloncino che caratterizzano gli abiti indossati da Emma Stone. Non mi ha meravigliato leggere tra le 11 candidature alla prossima edizione degli Oscar, quella nella categoria “costumi”.
Povere Creature è senza dubbio un film visionario, surreale, che racconta attraverso immagini metaforiche chi siano veramente i mostri, anime nere e malvagie dentro corpi belli ed aitanti.
Quando ho visto Dogman di Luc Besson, mi sono chiesta perché non fosse stato assegnato a quel capolavoro il Leone D’Oro. Dallo scorso ottobre attendevo il 25 gennaio 2024, data di uscita nelle sale italiane di Povere Creature per capire il motivo per il quale la giuria lo avesse preferito a Dogman o ad Io Capitano.
Venerdì 26 gennaio quando sono uscita dal cinema ogni dubbio è svanito. Adesso si punta agli Oscar.
 
 
  

 
 


 

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