Anatomia di una caduta ha vinto la Palma d’Oro al Festival di Cannes a maggio 2023. Vince il Golden Globe come Miglior Sceneggiatura lo scorso gennaio. 5 sono le candidature agli Oscar. Distribuito in Italia dallo scorso 26 ottobre, non arriva nelle multisala della mia città. Finalmente riesco a recuperare il film acquistandolo in piattaforma. Mentre le immagini scorrono sullo schermo, la consapevolezza che il film meritava di essere visto nella sala assume i contorni della certezza. Magistralmente diretto da Justine Triet, il film racconta il processo a carico di Sandra, unica sospettata per la morte di Simon, suo marito il cui corpo riverso sulla neve viene ritrovato da Daniel, il figlio undicenne cieco da quando ne aveva quattro a causa di un incidente. Ma cosa è davvero successo? Si è trattato di un omicidio, di un suicidio o di una caduta accidentale? Perché Simon avrebbe voluto suicidarsi? Quale movente avrebbe indotto Sandra ad ucciderlo? L’anatomia della caduta, intesa come analisi sottile e minuziosa della scena del crimine, supportata dall’esito dell’autopsia non scioglie il dubbio. Si comprenderà in un punto preciso del processo il vero significato del titolo del film: l’anatomia della crisi di una coppia, l’evento scatenante, le opposte reazioni a quell’evento, la rabbia di lei, il dolore di lui. Un abbraccio consolatorio offrirà una chiave di lettura, una sorta di spiegazione in un film dal finale aperto. Sandra Huller, attualmente nelle sale con La zona di interesse, anche in questo film è superlativa. resente agli Oscar con entrambi i film, possiamo sostenere che comunque vada, lei abbia già vinto.
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