Il 1956 è una data destinata a restare nella storia e nell’immaginario collettivo come un tempo in cui è stata forte l’illusione di una libertà conquistata grazie all’orgoglio di chi ha avuto il coraggio di osare, l’Ungheria è il luogo in cui si svolgono le vicende narrate da Mario Apice in “L’orgoglio e il coraggio – Una breve illusione di libertà” (Europa edizioni), un libro pensato in seguito all’onda emozionale degli eventi del febbraio 2022 e alla tentata invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Una narrazione che in quarantatrè brevi e intensi capitoli attraversa un mese durante il quale l’Ungheria tenta di liberarsi dal giogo di un potere imposto e subìto attraverso il coraggio estremo di persone, molti giovanissimi, che pur considerando i rischi personali hanno lottato invano per conquistare la libertà. Intorno alla grande storia si innestano le storie minime e in particolare la storia del forte legame tra Laszlo e Jiulia che attraversano il loro tempo con la cosciente incoscienza dei loro anni, forti di un sentimento che sottende i valori per loro più importanti, la famiglia, l’amicizia , la giustizia e capaci di rischiare la loro vita per il bene comune. Uno spaccato storico e sociale molto ben narrato, basato su una approfondita ricerca per un libro che intreccia realtà a narrazione di fantasia e che restituisce una scrittura intensa ed emozionale , fonte di riflessione profonda soprattutto in rapporto a quanto sta succedendo in questi mesi in Ucraina con la speranza che come i fatti di Ungheria riuscirono a scuotere le coscienze di tanti anche la situazione ucraina possa portare ad un risveglio della coscienza civile e come citato nella dedica si possa “perseguire sempre i nobili ideali di giustizia e di libertà”. In esergo una citazione di Pietro Nenni sull’AVANTI! Del 5 novembre 1956 che è assolutamente illuminante anche sulle contemporanee realtà socio-politiche : ”… Si può schiacciare una rivolta, ma se questa, come avvenuto in Ungheria, è un fatto di popolo, le esigenze e i problemi da essa posti rimangono immutati. Il movimento operaio on aveva mai vissuto una tragedia paragonabile a quella ungherese, a quella che in forme diverse cova in tutti i Paesi dell’Europa Orientale, anche con i silenzi che non sono meno angosciosi della collera popolare …” Mario Apice, giornalista e scrittore, già responsabile dell’Immagine e direttore delle Attività Editoriali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), nonché consulente scientifico della trasmissione televisiva “GAIA – Il pianeta che vive” condotto da Mario Tozzi per circa sei anni su RAI TRE, attualmente è Vice Presidente dell’Associazione ecologica internazionale “MAREAMICO” e membro del Comitato scientifico delle Riviste «PROTECTA – Ambiente, Tecnologia, Sviluppo sostenibile», «MEDITERRANEA» e «AMBIENTE NEWS». Ha pubblicato: Oltre il passato (Baldini & Castoldi, 2002), Con l’amore negli occhi (Tullio Pironti, 1993), L’ultimo velo d’ombra (Bibliopolis, 2005), Oblique armonie (Società Editrice Napoletana, 1983), Sulle ali del tempo (Cartia Editore, 1979).
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