La lunga attesa è interminabile, in fila in un tempo lento, immobile, eterno in uno spazio che costringe alla forzosa vicinanza, tre donne, interpretate da Renato Bisogni, Alessandro Errico, Marco Montecatino, aspettano di entrare in carcere per il colloquio settimanale con figli e mariti. Il tempo è sospeso, così come la percezione netta di vivere la stessa prigionia, chiusi gli uni dalle sbarre che li dividono dal mondo, le altre da sbarre virtuali fatte di compromessi, di emarginazione, di vite non vissute in pieno, di necessaria assunzione di un maschile assente e impossibilitato alla condivisione dei problemi. L’attesa, sospesa in un tempo lento (“che ore sono? Le sei e mezza”, è ripetutamente scandito a sottolineare un eterno immobile ), finisce inevitabilmente per avvicinare le tre donne, ognuna alle prese con la propria realtà e la propria sofferenza.
C’è chi ha perso un figlio dietro le sbarre e da quel luogo non riesce ad andare via, chi si è accollata la responsabilità di una pluralità di famiglie i cui uomini sono tutti in galera e chi, giovane sposa, di quella vita è già stanca e non sa come declinare il futuro.
Gli uomini restano a margine di questa perfetta costruzione di regia e di interpretazione, dove nessun gesto è lasciato al caso ( perfette anche le litigate violente tra le donne), in un testo permeato di dolore dove è difficile trovare una speranza. Chiunque ha avuto a che fare con la realtà del carcere ha potuto osservare da vicino la fila di umanità spezzata che è in attesa di entrare per un colloquio, tra loro spesso ci sono bambini, e questa drammaturgia si ispira, appunto, al sistema di ammissione ai colloqui periodici presso il carcere di Poggioreale a Napoli.
Un testo intenso, declinato in maniera magistrale che ha restituito al pubblico vite dimezzate che avrebbero voluto fare altre scelte ma, come dice una delle tre protagoniste “ quando hai fame e non sai come fare, non ti resta che rubare” a sottolineare quasi una fatalità nelle scelte e una forte denuncia sociale.
“Il colloquio” del Collettivo Lunazione è un progetto di Eduardo Di Pietro che ne ha curato la regia ed è lo spettacolo vincitore del Premio Scenario Periferie 2019.
Il prossimo appuntamento al Mulino Pacfico è un fuori programma: venerdì 17, alle 20:30, la proiezione del film “Shakespea- Re di Napoli” di Ruggiero Cappuccio, autore del pluripremiato testo teatrale e la regista Nadia Baldi che saranno presenti in sala. Un’anteprima assoluta a Benevento per una produzione Teatro Segreto.
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