Una storia che intreccia in maniera mirabile le vite dei protagonisti, che parte dalla Calabria, arriva a Londra e in Calabria ritorna, che ha un inizio sconvolgente e una fine metafisica. E’ “Il figlio prediletto” (Neri Pozza editori) di Angela Nanetti presentato al premio Strega 2018 da Carla Ida Salviati Una storia di amori negati, di ‘ndrine e violenza, di negazione della libertà dalla quale i protagonisti riescono ad evadere per scelta o per obbligo. Sarà Annina, figlia e nipote ribelle, a ricostruire faticosamente il passato della sua famiglia, passato fatto di segreti e di violenze, riuscendo a mettere insieme, uno dopo l’altro, tasselli di sofferenza, pezzetti di speranza. Una sofferenza che è destino delle donne e di chi donna si sente e per questo diventa vergogna da punire per pulire le coscienze e difendere l’onore. Tra le righe si legge tutta la difficoltà di non essere omologato, di sentirsi “diversi” per nascita o per scelta in un periodo tra gli anni ’60 e gli anni ’80 (e forse ancora nei nostri tempi), quando era praticamente impossibile ad affermare la propria personalità. Il figlio prediletto è Nunzio, giovane aspirante e talentuoso calciatore calabrese che mandato a Londra a espiare la sua colpa di essere gay, ritrova se stesso, accrescendo la sua cultura, facendosi una precisa idea politica, ritrovando un amore che non sarà sufficiente a dimenticare la sua prima esperienza, Antonio. Morirà lontano da casa, ma sarà sempre vivo nella mente dell’anziana madre, Carmela, custode dei segreti di famiglia e mezzo attraverso il quale Annina, nipote di entrambi, avrà la possibilità di iniziare il suo personale faticoso percorso di riscatto in una narrazione che diventa, quindi mezzo di ricerca del proprio essere. Un libro che avvince il lettore fin dalla prima pagina che partecipa del grande desiderio di riscatto.
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