sab 07-12-2024 14:46, n.14516 - letto 124 volte
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Obiettivo T: in scena "Spiriticchio, i fiori di Moro"
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Una produzione Piccola Città Teatro
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di Elide Apice
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Spiriticchio è fioraio, figlio di fioraio e i fiori con il loro linguaggio segreto sono il mezzo per raccontare la tragedia via Fani. Era proprio in quella via che Spiriticchio aveva il suo chiosco e lì Moro accompagnato dalla scorta era solito acquistare i fiori per tutta la sua famiglia, perché se era comune il modo di pensare del tempo che i fiori non potessero piacere ai veri maschi era pur vero che gli stessi li compravano per amore o per farsi perdonare le “scappatelle”. E’ attraverso questa narrazione potente nella sua semplicità, una produzione Piccola Città Tetaro, ieri in scena al Mulino Pacifico per la rassegna Obiettivo T, che il monologo scritto da Giovanni Chianelli e Giovanni Conforti riesce a raccontare la Storia nella piccola storia di un uomo che quel giorno non era al lavoro, gli avevano tagliato le gomme del furgone, e che viene a sapere dalla radio della tragedia successa, della morte dei ragazzi della scorta del rapimento di Aldo Moro e che si trova, così, ad essere protagonista indiretto di un evento epocale. Da qui una messa in scena speciale ed eccellente nei modi, nei tempi, nella narrazione, nella restituzione al pubblico di emozioni grazie all’intensa recitazione di Ettore Nigro capace di tenere la scena per l’intera durata del monologo con notevole intensità. Davvero interessante la scelta di narrare attraverso la “gentilezza” dei fiori (usati nella realtà come segnale vistoso da sventolare per dare inizio all’attentato), di dialogare con i vari acquirenti attraverso l’espediente musicale (alla tastiera il pianista Mario Capriello) il tutto in una scena simbolica, i fiori da un lato, quattro ruote sul fondo, lo portellone di una Renault 5 sul quale sono proiettate le prime pagine di LaRepubblica di quei giorni concitati, a terra un cesto e dei modelli di automobili in cartone: una semplicità potente, come detto, che ha emozionato davvero tanto ( in particolare i drammatico racconto in prima persona fatto da Moro) e ha suscitato probabilmente una sola, profonda riflessione: siamo probabilmente tutto colpevoli di quanto ci succede intorno, ognuno portatore di una propria scelta che finirà per incidere sul futuro comune.
Prossimo appuntamento il 20 dicembre con Napoli Venezia un’ora e mezza di ritardo con “Gli amatori di Coffee Brecht”
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