Il Complesso di San Vittorino è stato finalmente inaugurato e affidato dall’amministrazione comunale al Conservatorio di musica Nicola Sala che lo renderà un Polo di Cultura aperto alla città e alle iniziative culturali.
Questo pomeriggio l’apertura ufficiale e la visita al complesso alla presenza del sindaco Clemente Mastella, dell’assessore alla cultura Oberdan Picucci e naturalmente della Presidente del Conservatorio Caterina Meglio e il Direttore Giuseppe Ilario.
Un processo di crescita per il Conservatorio iniziato nel 2014 e consolidatosi attraverso la realizzazione di diverse azioni che all’inizio potevano sembrare semplicemnte utopie.
“Questo momento nasce da anni di lavoro sul territorio e per il territorio – così la presidente Caterina Meglio dopo aver speso parole di sentiti ringraziamenti per l’amministrazione comunale – Tanti i successi ottenuti, tanti i concerti offerti alla città e alla provincia nell’ottica di una crescita della nostra istituzione che si concretizza anche nei rapporti con le altri istituzioni come, ad esempio la convenzione col Teatro di San Carlo, unico esempio tra tutti i Conservatori campani”.
Il direttore Ilario ha poi anticipato i prossimi impegni del Conservatorio, a giugno non solo la tradizionale Festa della Musica, ma anche il Premio delle Arti in collaborazione con la Fondazione Pino Daniele con un concerto che si terrà al Teatro Romano dedicato all’artista napoletano.
Intanto si lavora alla stagione musicale da tenere al Teatro San Vittorino già dal prossimo novembre. “Sarà una stagione in cui proporremo musica classica, ma anche rock, pop, jazz per andare incontro alle esigenze musicali di ognuno”.
Infine il commento del sindaco Mastella che usando ancora una volta una metafora di natura calcistica ha detto di aver pensato al San Vittorino per il Nicola Sala perché “ho avuto l’impressione che fossero come quelle squadre di calcio che giocano, ma non hanno un campo dove andare a giocare”.
A completare la serata il concerto della grande Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Musica “Nicola Sala” diretta dal M° Maurizio Petrolo che è anche docente titolare di cattedra presso l’Ateneo sannita con un programma di ampio respiro che ha proposto W. A. Mozart da Le Nozze di Figaro “Overture” ; W. A. Mozart da Le Nozze di Figaro “Voi che sapete”; G. Rossini da Il Signor Bruschino “Sinfonia”; G. Verdi da La Traviata “Preludio Atto I”; G. Verdi da La Traviata “Brindisi”; G. Rossini da Il Barbiere di Siviglia “Sinfonia”; G. Rossini da Il Barbiere di Siviglia “Largo al Factotum”; P. Mascagni da Cavalleria rusticana “Intermezzo”; J. Strauss Pizzicato Polka; G. Bizet da L’Arlesienne Suite n.1 “Overture”.
I solisti sono stati Marta Fiorillo, soprano; Sergio Dragone, tenore, Gilda Molinaro Pennucci, mezzosoprano; Fabrizio Crisci, Baritono; Julian Brodski, sax alto, per la direzione del M° Maurizio Petrolo.
Un impegno, quindi, costante nel tempo che sta dando i meritati frutti e che porterà sempre più in alto le capacità del Nicola Sala che da oggi potrà usufruire di un ulteriore, importante luogo in cui poter esprimere le proprie potenzialità.
San Vittorino era un luogo in cui risiedevano le suore del monastero femminile del Santissimo Salvatore di Alife che perseguitate dai saraceni (nel X secolo) decisero di ripararsi a Benevento, dove avviarono la costruzione del primo nucleo del monastero.
Inizialmente il monastero fu una dipendenza del centro benedettino di San Vincenzo al Volturno; con Bolla di Papa Alessandro III nel 1168 la comunità badiale ottenne il privilegio della diretta giurisdizione papale e la facoltà di affidare la consacrazione delle nuove badesse ad un vescovo di loro scelta. Nuovi lavori, nella prima metà del XVII secolo, voluti dall’allora arcivescovo Pompeo Arrigonio, determinarono la demolizione della contigua chiesa dei SS. Giuda e Simone che andò ad ampliare il giardino del monastero.
Allo stato attuale risulta difficile, se non impossibile, definire con sicurezza la storia del complesso dal punto di vista edilizio e urbanistico, viste le numerose modifiche da esso subite nel tempo: una per tutte derivanti dal sisma del 1688.
Successivamente a tale data il complesso entrò nella fase discendente della parabola; chiuso temporaneamente nel 1779 ed espulse le suore benedettine, fu soppresso nel 1806 durante l’occupazione francese della città.
Nel 1809 la chiesa e parte del monastero furono ceduti a privati, e in seguito (in fasi successive fino al 1910) furono acquisiti dall’Orfanotrofio dell’Annunziata, che fino agli anni ’50 del secolo scorso è stato gestito dalle Figlie della Carità.