“Non fu il tempo a ingabbiare i miei pensieri, ma uomini mal disposti ad accettare la libertà di idee nuove”, si apre con questa citazione TR3NTASET7E (Edizioni Melagrana) il nuovo libro di Anna Verlezza, ancora una volta (come nelle sue precedenti pubblicazioni) incentrato su una figura femminile. E le emozioni sono tante a leggere la storia di una giovane donna, intraprendente e motivata che negli anni ’70, fa del giornalismo la sua professione e la sua ragione di vita e che, alle prese con un grande mistero, è condannata ad una vita di dolore. E’ donna e già questo basta a farla essere ai margini, è intelligente e questo diventa elemento difficilmente accettabile. La narrazione inizia dal suo futuro, Chiara fa un ritrovamento casuale di qualcosa che la lega al passato e si trova catapultata in un sorta di giallo da cui è difficile venirne a capo fino alla parte finale risolutiva e drammatica. Il libro si legge con progressiva partecipazione emotiva, complice una scritturafluida e parteciptiva e soprattutto grazie al tema che idealmente unisce la/le protagoniste di TR3NTASET7E con le protagoniste dei precedenti romanzi, “Nove volta donna” e “La stanza di Beatrice” che difficilmente lascerà insensibile il lettore. Il testo gode delle prefazioni del giornalista Nando Cimino, del cantautore Marco Gabess, della giornalista Daniela Volpecina e della postfazione dell’avvocato Arturo Serao.
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