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lun 06-05-2019 n.12282, Elide Apice

Medea di porta Medina, in scena la passione di Coletta Esposito

Ieri l'ultima replica al San Ferdinando di Napoli


Un amore che ha sete di vendetta, una vendetta che si trasforma nel più terribile degli omicidi, l’uccisione della propria figlia offerta come vittima sacrificale al padre pronto a sposare l’altra, la rivale.
E’ Medea di Porta Medina tratto dall’omonimo romanzo di Mastriani pubblicato nel 1881 e portato in scena (ieri, l’ultima replica) al San Ferdinando di Napoli da Laura Angiulli che ne ha curato l’attenta regia.
Coletta come Medea, in una Napoli antica, in scena pochi elementi mentre dall’alto pendevano oggetti di arredo. Una messa in scena perfetta da ogni punto di vista, dalla scenografia di Rosario Squillace alle musiche che partite da canzoni in greco hanno sottolineato le azioni con le note ideate da Daniele Sepe, al sapiente e perfetto gioco di luci di Cesare Accetta, alle coinvolgenti ed emozionanti interpretazioni degli attori in scena.
Alessandra D’Elia, icona del dolore e della follia, Pietro Pignatelli, uomo debole e sconfitto e con loro Michele Danubio, Agostino Chiummariello, Federica Aiello, Paolo Aguzzi, Luciano Dell’Aglio, Caterina Pontrandolfo, Caterina Spadaro, Antonio Speranza e Fabiana Spinosa.
Eccellente il lavoro di regia che ha saputo intrecciare i diversi linguaggi ad indicare una continuità tra la Medea di Euripide e la Medea di fine ‘700 tracciando un ideale fil rouge tra i sentimenti umani troppo spesso devastanti. Decisamente uno tra i migliori spettacoli proposti quest’anno dallo Stabile di Napoli.


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