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mar 28-05-2019 n.12346, Maria Pia Ciani

Dolore y gloria di Pedro Almodovar

Per la rubrica "Cinema" curata da Maria Pia Ciani


Tutto si può dire di Pedro Almodovar, tranne che sia banale.
Dolore y gloria si presenta bene allo spettatore sin dalla prima scena, sfumature di colori come la tavolozza di un pittore che prova a sperimentare differenti nuances.
Il protagonista è Salvador, interpretato magistralmente da Antonio Banderas, meritando la Palma d'Oro a Cannes come miglior attore protagonista.
L'acqua della piscina nella quale Salvador è immerso, sarà compresa dallo spettore solo alla fine del film.
L'ultimo film di Pedro Almodovar è un capolavoro fatto di intensità di sentimenti, di voci pacate, di quadri ( quadri che fanno compagnia come nel film La miglior offerta), di occhi commossi, di ricordi, di rielaborazioni del passato, di confessioni, di risonanze emotive, ed immancabilmente di colori.
I colori restano l'elemento dominante e caratteristico dello stile di Almodovar; la cucina rossa, il divano verde, le lenzuola blu, le sedie bianche, le grandissime librerie, il marrone del parquet, l'arancione del bagno, la trasparenza delle lampade.
Il colore verde della giacca di pelle che Salavdor indossa quando dopo il responso medico, si reca in una galleria d'arte ed acquista il quadro che lo ritrae da bambino.
Pullover rossi, amaranto, blu, una t-shirt bianca. I colori dominano nell'abbigliamento di tutti i protagonisti del film, quasi a sottolineare che in un film melanconico i colori restano fonte di energia.
Coloratissimi sebbene con soggetti differenti e stili contrastanti, moderno e classico, i due enormi quadri più volte inquadrati sulla parete della casa di Salvador.
I colori sono l'unico elemento che accomuna questo film con quelli precedenti del Maestro.
È il primo film dove i protagonisti sono uomini, è egli stesso e la sua storia, magistralmente interpretato da Antonio Banderas, i capelli brizzolati sparati verso l'alto proprio come lo sono quelli del cineasta.
Le donne che il regista ha saputo raccontare nei suoi precedenti film, non mancano nemmeno in questa pellicola, in modo più discreto ne sottolinea la bellezza, l'amore, la dedizione.
Lo fa quando nei confronti, innanzitutto della madre, ma anche della goveranate e dell'amica. Manifesta anche questa volta il rispetto per il genere femminile.
Lo stile narrativo è elegantissimo, i toni non sono mai eccessivi, le parole misurate e ben scelte.
Quell'accenno a Le vie en rose interpretata da Grace Jones, in un teatro vuoto, è un passaggio molto particolare.
Il Dolore e la Gloria è un titolo che racconta il film.
Straordinariamente bello.


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