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dom 16-06-2019 n.12415, Brunella Donisi

Viaggio del trombettista Luca Aquino nella canzone italiana

Tra i ritmi graffianti del jazz, di Napoli, De Andrè e Moricone


Finalmente Luca Aquino, tra gli artisti jazz più amati nel panorama internazionale, ritorna a "stregare" la sua gente con un progetto all'insegna della sperimentazione, attraverso la storia e i luoghi della propria terra e attraverso l'interpretazione di canzoni, colonne portanti della musica italiana.
Ma ripercorriamo un attimo gli ultimi anni che lo hanno tenuto lontano dal pubblico.
Il 2017 ha visto un ritiro del talento nostrano, che per problemi di salute è stato costretto a rinunciare all'ambizioso "Jazz bike tour", viaggio che avrebbe dovuto affrontare con solo bicicletta e tromba, da Benevento ad Oslo.
Dopo due anni di assenza, per Aquino interminabili, è arrivato il momento del riscatto: dal 12 maggio al 9 giugno ha diretto la seconda edizione del festival "Riverberi-Appia in Jazz" con l'intento di ricordare anche l'importante funzione sociale e culturale rivestita dalla storica strada romana.
Atro segno tangibile, potente, del ritorno del trombettista beneventano è il nuovo disco presentato ieri sera, presso l'Arco del Sacramento.
Ad aprire l'evento attesissimo le parole della giornalista Melania Petriello, che ha presentato in modo impeccabile, sottolineando l'importanza della musica, emblema soprattutto di felicità e condivisione, ed il legame profondo tra Aquino e la sua terra.
"Italian Songbook" è la nuova creatura prodotta dall'etichetta tedesca ACT ed in parte realizzata con l'Orchestra Filarmonica di Benevento.
Si tratta di dodici brani arrangiati da Giovanni Francesca ed eseguiti con la collaborazione di artisti, come Fabio Giachino, Natalino Marchetti, Ruben Bellavia.
Serata dunque scandita anche dal sentimento dell'amicizia, punto di partenza di questa nuova avventura.
Sono stati interpretati elegantemente i seguenti brani: "Deborah's theme", "Scalinatella", "Un giorno dopo l'altro", "Era de maggio", "La canzone dell'amore perduto", "Storia d'amore", "So che ti perderò", "La compagnia", "Almeno tu nell'universo".
Un "sogno fortissimo", calato nella bellezza eterna degli scavi, tra omaggi al passato, tra giochi di luci, arricchito dal fascino che solo un'orchestra come l'OFB sa emanare.





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