Sono amici Davide e Marco e sono amiche le loro mogli e le loro figlie. Una vita tutto sommato, banale, fatta di incombenze quotidiane, di piccole soddisfazioni, uno giornalista di cronaca per il giornale locale, l’altro impiegato al comune. Siamo negli anni ’90, un giorno, un fulmine a ciel sereno, Davide viene messo al corrente da sua moglie che Marco è stato arrestato per corruzione e messo in isolamento. E’ questo l’impianto narrativo di Malanni di Stagioni (Cairo) scritto da Oreste Lo Pomo. E’ il cadere di ogni realtà, l’annullamento di ogni pensiero, ma Davide è convinto che si è trattato di un malinteso, che Marco, il suo amico Marco non può essersi fatto corrompere. Le chiacchiere girano, il paese è scombussolato da una notizia che ha dell’inverosimile e intanto Marco continua a stare in carcere in isolamento mettendo in crisi Davide che per la prima volta, dopo anni di servizio inizia a vedere sotto una nuova luce un caso che solo qualche tempo prima lo avrebbe fatto scrivere di giustizia e forse di giustizialismo in un mondo dominato dalla necessità di trovare un colpevole a tutti i costi e in cui è facile “disinvolto” dello strumento della carcerazione. Davide sceglierà di tacere, sarà sua moglie a raccontare per lui incapace di reagire all’ingiustizia subita dall’amico. Un libro da leggere per conoscere la realtà di provincia alle prese con un ordinario caso di malagiustizia.
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