“La sensibilità del vero” ha nel titolo l’essenza del romanzo. In un tempo futuro, ma non troppo, il mondo si trova a vivere la sua più grande emergenza, le radiazioni a seguito di una catastrofe minacciano l’umanità che è condannata a vivere segregata in casa. Fin qui le diversità con il mondo contemporaneo, poi le tante analogie con il mondo di oggi in cui l’umanità sembra essersi persa dietro l’uso compulsivo di Internet. Le comunicazioni di ogni tipo sono affidate al web e in rete avvengono non solo gli scambi commerciali, ma anche tutte le attività comprese quelle ludiche che prima erano l’essenza dell’umanità. Un incontro tra amici, una nuotata in piscina, una passeggiata, un viaggio, tutto avviene in rete attraverso l’utilizzo di Avatar e in quel mondo futuro, come nel contemporaneo, qualcuno si lascia andare alla tentazione di darsi altri connotati. L’umanità nel 2103 è divisa tra coloro che hanno vissuto il mondo di prima, il protagonista, ad esempio, che aveva 11 anni quando la Terra sfiorò la catastrofe e chi come Anna, altra protagonista, è nata dopo quella data e di quei tempi ricorda solo i racconti che le aveva fatto sua madre. Tra Stefano e Anna nasce qualcosa che può somigliare all’amore, si sono cercati a caso facendo ricorso a un database nel quale hanno comparato i loro interessi e hanno iniziato a chattare riuscendo anche ad andare insieme in piscina, pur se solo virtualmente. Li accomuna la passione per i libri che in quel mondo vengono usati solo per produrre calore ed energia e che loro leggono con passione, e l’amore per alcuni autori, primo tra tutti Nietzsche che con i suoi scritti sembra indicare le linee guide per la sopravvivenza. Il loro amore si sviluppa on line e i problemi inziano quando a lui viene il desiderio di una vita normale, fatta di incontri reali, di baci, di abbracci e magari di un figlio. Anna, però, teme quel momento e riesce sempre a procrastinare la data dell’incontro. La data, una data, quella del compleanno di Anna scoperta per caso da Stefano, aprirà la strada ad un finale a sorpresa.
“La sensibilità del vero” è un libro ben scritto, con diversi riferimenti letterari, che spiazza e apre le menti ad una riflessione sull’uso del web e sulla necessita di rapporti interpersonali fatti di presenze fisiche e non virtuali.
Gerardo Caputo è nato a Benevento ed è vissuto a Napoli per 35 anni. Ha insegnato italiano in Francia e in Perù. Attualmente insegna francese in provincia di Benevento, dove dal 2006 conduce laboratori teatrali di scrittura e di recitazione presso scuole medie e istituti superiori. I testi nati da questi laboratori hanno ottenuto numerosi premi. Nel 2012 ha fondato l’Associazione Culturale di volontariato “La Fabbrica degli Specchi” per la diffusione della cultura teatrale presso i giovani. Numerosi sono gli scritti di Gerardo Caputo che hanno ricevuto dei significativi riconoscimenti: Il sogno di Gretel; Il primo uomo; L’ospite; La morte di Scardanelli; Il funambolo (Giraldi Editore, Bologna 2009); L’altro viaggio (Quaderni dell’Associazione Culturale Elsinore-Graus Editore, Napoli 2005); Le ragioni del nulla. Ha inoltre pubblicato brevi saggi sugli scrittori Albert Camus e Louis-Ferdinand Céline.
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