 “Non so se siamo riusciti a cambiare il nostro paese, ma posso dire che sicuramente ci abbiamo provato”. Con l’orgoglio di avere fatto fino in fondo il proprio dovere e con l’auspicio di avere indicato una strada di giustizia e libertà alle giovani generazioni, Sandro Pertini racchiude in queste parole di speranza il senso della propria vita. La storia del presidente più amato dagli italiani, con particolare riferimento agli anni della sua formazione giovanile, vissuti tra l’esilio in Francia e le carceri del regime fascista, rivive in un film intenso e romantico, prodotto dalla Genoma e firmato dal regista irpino Giambattista Assanti. Si tratta de “Il giovane Pertini, combattente per la libertà”, nelle sale in questi giorni in tutta Italia e presentato anche a Benevento, nel Cinema Teatro San Marco per gli studenti delle scuole superiori. Nato in provincia di Savona il 25 settembre 1896,Sandro Pertini, abbracciò con convinzione l’ideale socialista e spese tutta la sua vita contro il fascismo. Per questo la dittatura mussoliniana lo condannò a dieci anni di reclusione per propaganda sovversiva. Il film ripercorre il suo esilio in Francia, i vari trasferimenti da un carcere all’altro, i rapporti con i compagni di prigionia e soprattutto quello con la madre Maria Muzio. Nel suo sofferto peregrinare incontra Antonio Gramsci, i fratelli Carlo e Nello Rosselli, Giuseppe Saragat, Adriano Olivetti. Dal carcere del Carmine a Napoli a quello di Turi in Puglia, dal confino nell’isola di Ponza a quello di Pianosa, fino a Ventotene, dove conoscerà, tra gli altri, Altiero Spinelli, Umberto Terracini, Ernesto Rossi, Mauro Scoccimarro e Camilla Ravera. Il mare farà da sfondo alla sua tormentata avventura. Nel film spiccano scorci marini, paesaggi, borghi, canzoni e tradizioni del Sud, anche del Sannio e dell’Irpinia. Le scene sono accompagnate dalle musiche di Guido De Gaetano, tra i migliori allievi di Ennio Morricone. L’amore per la libertà porterà Pertini ad opporsi con ostinazione alla dittatura. Quando la madre, interpretata con elegante profondità da Dominique Sanda, presenterà a suo nome la domanda di grazia a Mussolini, il giovane combattente si dissocerà, sentendosi umiliato. “Perché lo hai fatto, mamma? -le chiederà-Tu non sai quanto male mi hai fatto”. Qui il regista coglie con grande incisività la sua rabbia e la sua ribellione, il suo attaccamento alla coerenza e alla dignità. La trama è tratta in gran parte dal libro omonimo di Stefano Caretti e Maurizio Degl’Innocenti. Preziosa la consulenza di Valdo Spini. Alla presentazione hanno partecipato Amerigo Ciervo dell’Anpi e la scrittrice Chiara Ingrao, il cui papà Pietro, era presidente della camera, quando, nel 1978, l’esponente socialista fu eletto Presidente della Repubblica. Il giovane Pertini è interpretato con naturalezza e umanità da Gabriele Greco. Pregevoli i contributi di Casare Bocci, Massimo Dapporto, Salvatore Misticone e di tante comparse beneventane. Verso la fine del film si intravede nei titoli di qualche giornale la sua elezione al Quirinale. Un sogno nato su un isola dopo la liberazione, pensando all’Europa. “Qui - esclamerà Pertini con gioia- si respira finalmente un vento di libertà, che attendevo da anni, che fece alzare un vecchio aquilone nel cielo azzurro di Ventotene”. “Abbiamo girato diverse scene a Benevento -ricorda Assanti- presso il Museo del Sannio e il Ponte Leproso, a Colle Sannita e Santa Croce del Sannio. La figura di Pertini, per il suo coraggio e la sua fede incrollabile, rappresenta un esempio da riscoprire per la nostra società ed in particolare per i giovani”.

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