 Nelle sale dal 21 novembre, Antonio Albanese riporta sul grande schermo Cetto La Qualunque, in un sequel simpatico che, come il precedente, offre un quadro grottesco di una politica alla deriva. “Siamo la cazzata del momento”, queste le parole di Cetto sulla scelta di riproporre il referendum tra la Democrazia e la Repubblica. Una sintesi chiara che chiude la sua analisi sull’esperienza democratica italiana. L’ironia è la più alta forma di intelligenza, ed è il mezzo utilizzato per attirare il pubblico nelle sale cinematografiche, un pubblico che sceglie un film per la sua leggerezza, perché poco impegnativo, perché in una serata di pioggia possa strappare qualche sorriso. Cetto, uno dei personaggi ultimamente più citati di Antonio Albanese, riesce a divertire spettatori e spettatrici senza, tuttavia, suggerire ampi spazi di riflessione, aperture per intravedere situazioni contingenti, occasioni per cogliere similitudini e differenza, sebbene nel paradosso. Ritroveremo tutti i personaggi del cast di Qualunquemente, alcuni di essi ci stupiranno per le scelte di vita fatte dopo la sparizione di Cetto che ritroveremo in Germania impegnato in diverse attività, molte delle quali nate per riciclare il denaro dalla dubbia provenienza, attività losche i cui proventi non vengono dichiarati al fisco tedesco, integerrimo sul reato di evasione, più tollerante su quello di riciclaggio. Un bel cast per un film interessante ma meno esilarante rispetto al suo predecessore, a dimostrazione forse che alle volte è difficile superare sé stessi.
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