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lun 25-11-2019 n.12732, Maria Pia Ciani

"Gloria Bell" un inno all'indipendenza femminile

Il commento di Maria Pia Ciani


Sebastian Lelio si misura con un remake di un suo film, Gloria, ambientato in Cile a Santiago, accolto molto bene nelle sale italiane nel 2013.
Fedelissimo al suo primo lungometraggio, Gloria Bell è statunitense, vive a Los Angeles, ma nel corso del film questo aspetto lo si coglie in modo evidente solo quando i protagonisti fanno esplicito riferimento ai luoghi in cui si trovano. Una telefonata a Los Angeles da un albergo di Las Vegas dove Gloria si ritrova sola, in un fine settimana che avrebbe dovuto suggellare un rapporto più chiaro e consapevole con Arnold.
Gloria Bell, straordinariamente interpretata da una sempre splendida Jiulianne Moore, è una donna single, divorziata da 12 anni, madre di due figli adulti ed indipendenti, vive la sua vita senza arrendersi alla solitudine.
Le sue giornate sono scandite da una quotidianità divenuta routine; si reca al lavoro in auto cantando, sembra di percepire, in alcune scene, che lo faccia senza convinzione, che sia un modo per trovare energia e colore in una vita che le si presenta piatta e grigia.
Arrivata in ufficio puntuali sono le telefonate ai suoi figli, un ragazzo sposato con una compagna lontana, partita per ritrovare sé stessa ed intanto è lui a prendersi cura del bambino nato da poco, senza chiedere aiuto preferendo cavarsela da solo.
Sua figlia insegna yoga e vive una relazione con un campione svedese di surf dal quale, si scoprirà poi, che da lui aspetta un bambino. Bell non si rintana in casa, affronta la sua solitudine con la consapevolezza che i suoi figli non possono essere la cura, e frequenta feste per adulti non disdegnando incontri occasionali.
In verità questa sfumatura è più evidente nella prima versione di Gloria, in questo remake l’incontro con Arnold, un affascinante John Turturro, si palesa sin dalla prima scena.
Ballano insieme Gloria e Arnold, per poi trasferirsi a casa di lei.
Ma non si tratta di un incontro occasionale questa volta perché Arnold le chiede di rivedersi.
Una conoscenza durante la quale diventa sempre più evidente la figura di Gloria come donna sola, ma decisamente indipendente, una condizione trasferita come valore imprescindibile anche ai suoi figli, una donna sensibile capace di rialzarsi dopo una delusione, una donna che non ha avuto bisogno di ricorre ad interventi o piccoli ritocchi per accettarsi, lo dimostrano i suoi occhiali mai sostituiti da lenti a contatto.
Arnold è la vera figura debole, è l’uomo che per vedersi meglio ed accettarsi si è sottoposto ad un intervento gastrico per dimagrire, un uomo che pur avendo divorziato da un anno è incapace di gestire il legame di dipendenza rispetto a due figlie adulte che lo sottopongono a continui ricatti morali.
Gloria Bell è un film particolare, un inno all’indipendenza femminile che, alle volte, prevede anche la solitudine ma mai il compromesso.


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