Il titolo, femm. che sa di grammatica e che indica, invece, l’universo del mondo femminile. Il titolo che ha già la forza di attrarre il lettore e accompagnarlo tra le righe di diciotto racconti brevi diversi tra loro, per storie, luoghi, tempi e protagonisti e che rimandano alle mille sfaccettature dell’anima delle donne. Donne che soffrono, che si annullano, che trovano riscatto e per ognuno dei diciotto capitoli, intitolati ognuno con una delle frasi più rappresentative del testo, capaci di spiazzare per i finali inaspettati, per l’intreccio sapiente delle parole per il continuo senso di sospensione. Un libro evidentemente pensato per lettrici che finiranno per ritrovare una parte di sé in ognuna delle storie, da Laura e la sua fragilità, Chiara che non ama sua figlia, fino ad arrivare a Claire e ai suoi ricordi o a una delle tante personalità di cui Rivolta riesce a raccontarci con garbo e con una narrazione al contempo fluida e spiazzante. Paola Rivolta, milanese, diplomata allo Scientifico, laureata in Agraria, ha lavorato per una grande azienda agricola marchigiana che si occupava dell’allevamento di cavalli da corsa, con nel cuore il desiderio di fare l’agronoma, ma si è ritrovata tra pile di carte e foto con le quali avrebbe dovuto ideare un museo. Ma è stato proprio in quel Museo, tra i mille incarichi, come curare pubblicazioni editoriali e scrivere articoli inerenti all’ippica, che Paola ha capito che senza la scrittura non riusciva ad andare avanti. E sono stati i tanti racconti che aveva chiuso in un cassetto, finalmente liberati, che hanno portato a dare ascolto alla passione di sempre. Una passione che adesso Paola Rivolta ha concretizzato nella raccolta di racconti “femm.” e nel romanzo “Scarfiotti. Dalla Fiat a Rossfeld“, entrambi editi da Liberlibri.
|