Il mare protagonista della narrazione teatrale di Carlo Gallo, Teatro della Maruca, questa sera al Magnifico Visbaal Teatro. Il mare che dona la vita e pretende rispetto, che fa ammazzare di fatica e spesso restituisce poco ed è sul mare che si consuma la tragedia alla quale si giunge dopo un lungo percorso di parole restituite al pubblico con la passione e con l’amore di chi quelle storie le ha sentite raccontare da sempre, raccontate dagli ultimi protagonisti. Racconti orali, ”cunti antichi” ascoltati davanti a un camino o guardando le stelle, “cunti” che legano l’oggi ai giorni di ieri e diventano narrazioni mitiche. Mastu Rafele e Mastu Peppe sono pescatori sulla stessa barca, la “Cecella”, la più importante dello Jonio, sono amici e lo saranno fin quando il primo sarà tradito dal secondo. Mastu Rafele e Mastu Peppe pescano più pesce degli altri, loro buttano le bombe, gli altri non lo sanno, ed è una bomba quella che priverà Rafele di una mano e lo farà tradire da Peppe. Da allora si farà accompagnare per mare dal figlio e intanto Suricicchio, piccolo e dalle gambe veloci, aspetta in spiaggia e si accontenterà di pochi pesci che puzzano di polvere da sparo. E il racconto entra nelle pieghe della storia antica, di quando Mussolini andò in visita a Crotone e al popolo (obbligato alla presenza) indirizzò solo quattro parole, di quando la guerrà aggiunse alla fame atavica le bombe e altri dolori. Bravo (ed è certamente riduttivo) Carlo Gallo in una interpretazione densa, forte, carica di gestualità studiata a lungo, senza alcuna sbavatura, perfetto in ogni tempo. Tante le emozioni.
Prossimo appuntamento il 25 gennaio, alle 21:00, con Non Plus Ultra’ uno spettacolo di Adriano Pantaleo e Gianni Spezzano con Adriano Pantaleo, una produzione Nest Teatro
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