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gio 16-01-2020 n.12866, Elide Apice

Non chiamateci matti di Davide Coita

Per la rubrica Letto per voi

Cosa succede nella mente di un ragazzo impegnato nella vita sociale, bravo negli studi, giornalista quando all’improvviso la sua personalità si doppia?
Quale è l’arcano motivo che spinge in depressione chi fino a quel momento ha vissuto una vita normale ?
Sono queste le domande cui cerca di dare risposte Davide Coita, autore di “Non chiamateci matti” (Kimerik edizioni) dal sintomatico sottotitolo “Le due facce del disagio psichico”.
Con lucidità e tranquillità , in un periodo positivo cui purtroppo, come si legge nell’ultima parte del libro Davide dovrà essere sottoposto ad un nuovo ricovero ospedaliero, l’autore descrive tutte le fasi della sua malattia, da quando comincia soffrire di ansia a quando viene conclamata la sua bipolarità.
I ricoveri continui, la consapevolezza che l’ospedale psichiatrico è ulteriore causa di solitudine, gli incontri con gli altri degenti e soprattutto l’incontro con la dottoressa Calvieri, l’unica che oltre la famiglia sembra essere capace di ascoltarlo e di sostenerlo, questo e tanto ancora in un libro che parla di disagio e soprattutto della necessità di superarlo e che si sofferma anche su informazioni dettagliate e specifiche come nel capitolo dedicato all’esperienza dei professionisti


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