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lun 27-01-2020 n.12887, Antonio Esposito

Una poliedrica Marisa Laurito al San Marco tra gag, poesie e antiche melodie

“Tutti hanno il diritto di essere felici. A 98 anni vorrei diventare una pornostar”


Uno spettacolo poliedrico tra musica, canzoni, teatro, poesie, aneddoti, curiosità sulla napoletanità. Mescolando ricordi di gioventù, antiche melodie, critiche ai pregiudizi sul sud, orgoglio partenopeo, alla ricerca della felicità, perché ognuno ha il diritto di essere se stesso.
La protagonista del viaggio nell’effervescenza e nella unicità di Napoli è Marisa Laurito, con lo spettacolo “Nuie simm do sud”, portato in scena al Teatro San Marco di Benevento, per la rassegna organizzata da Giambattista Assanti. Una carrellata di canzoni intramontabili, da “O Sole Mio” a “New York New York”, a “O surdato nnammurato”, passando per “Era de maggio” e “Quanno tramonta o sole”, parlando di San Gennaro e del caffè, che sulo a Napule ossanno fa, e della bellezza della primavera. “Questa è la stagione che amo di più –ha sottolineato l’attrice- perché si annuncia col profumo del gelsomino, del mughetto, delle rose. Un giorno, a Via Petrarca, ho visto su un muro questa simpatica scritta “M’aggio levata a maglia”.
Non poteva mancare un inno all’amore.
Da “Te vurria vasà” a “Voce e notte”. Accompagnata al pianoforte da Marco Persichetti e dal cantante americano Charie Cannon, Marisa Laurito ha preso spunto dai suoi amici Renzo Arbore e Luciano De Crescenzo, ai quali ha dedicato lo show. Con uno sguardo a Renato Carosone e ad Eduardo De Filippo, del quale ha ricordato la seguente frase: “Lo sforzo disperato che compie l’uomo nel tentativo di dare alla vita un qualsiasi significato è teatro”. L’attrice, dopo “Così parlò Bellavista”, sta preparando “Persone normali e strafottenti” di Giuseppe Patroni Griffi. Poi ha intrattenuto il pubblico, accorso numeroso a questo primo appuntamento della rassegna “Invito a teatro”, con gag, massime divertenti, l’originalità del caffè sospeso, i versi di Giuseppe Capaldo, che paragonò la donna amata al caffè amaro, con il famoso striscione dei napoletani nello stadio San Paolo, “Giulietta è na’ zoccola”, contro i veronesi che li avevano offesi e insultati al Bentegodi. Con qualche battuta un po’ vecchiotta.
Eccellente il pianista ed intonatissimo Channon, bluesman alla Ray Charles.
“Certe cose possono accadere solo a Napoli -ha rilevato Laurito- ricordo di avere incontrato alle due e mezza di notte, una coppia di coniugi, lui 94 anni e lei 92, usciti per andare a prendere un caffè.
Per questo non voglio più sentire la parola anziano, va cancellata dal vocabolario, perché non si diventa mai anziani, finché il cuore palpita ed il cervello va, finché uno ha un progetto. Io, ad esempio, ce l’ho: a 98 anni vorrei diventare una pornostar”.
La show si è concluso sulle note di “Reginella”.


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