Sala piena soprattutto di ragazzi e ragazze degli istituti superiori del territorio ma anche della provincia di Foggia (in gita di istruzione a Benevento) oggi al Teatro San Marco per il primo degli incontri della sesta edzione del festival filosofico “Stregati da Sophia”. Dopo i saluti istituzionali della presidente l’omonima associazione, Camela D’Aronzo, della vice sindaca di Benevento Maria Carmela Serluca, della vice prefetta vicaria Ester Fedullo e dell’acclamatissimo Rettore Unisannio, Gerardo Canfora, l’arrivo dell’atteso professore Umberto Galimberti non nuovo alla città e al Festival filosofico. “Parlare della bellezza - ha esordito – è qualcosa di improprio in quanto parole razionali dovrebbero definire l’irrazionale”. La bellezza come concetto nasce con la filosofia, tutti si sono interrogati su cosa sia la bellezza, la filosofia viene dallo stupore della meraviglia e della bellezza. “Aristotele, appunto, affermò che la filosofia nasce di fronte allo stupore della meraviglia”. In seguito Tommaso d’Aquino che in maniera condivisibile se pur semplicistica disse che la “bellezza è ciò che piace”, rafforzato da Kant che rincarò il concetto aggiungendo che la bellezza non solo è ciò che piace, ma è anche senza scopo e senza concetto fino ad arrivare, tra gli altri a Mann che affermava che la bellezza è come freccia. L’occasione è servita anche per fare il punto sullo stato della filosofia e Galimberti ha affermato che “La filosofia è finita con la morte dell’ultimo grande filosofo contemporaneo Emanuele Severino, la filosofia è in decadenza - ha continuato Galimberti – soprattutto se pensiamo che il primo partito in Italia è la Lega, cui si aggiunge l’aumento potente dell’informatica che impone risposte immediate eliminando al contempo lo spazio della riflessione e ben presto non verrà più insegnata se pensiamo che è materia di insegnamento, allo stato attuale dei fatti, solo n Italia e in Francia”. Il Festival gode della collaborazione con il Liceo Artistico Virgilio che ha realizzato gli arredi del foyer (declinato con i colori di Kandinskij) e le scenografie,(questo pomeriggio declinate sul teme della bellezza delle ballerine di Degas. Il prof. Umberto Galimberti ha insegnato antropologia culturale, Filosofia della storia, Psicologia dinamica presso l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia. Dal 1985 è membro dell’International Association for Analytical Psychology. Collabora con Repubblica, di cui è tra i principali editorialisti, con articoli di approfondimento su temi esistenziali di taglio filosofico, antropologico e psicosocialeTra i suoi libri ricordiamo: L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani (Milano 2007); Il segreto della domanda. Intorno alle cose umane e divine (Milano 2008); I miti del nostro tempo (Milano 2009); Eros e psiche (Milano 2012); La morte dell’agire e il primato del fare nell’età della tecnica (Milano 2013); Giovane, hai paura? (Venezia 2014); L’usura della terra (Milano 2014); La parola ai giovani. Dialogo con la generazione del nichilismo attivo (Milano 2018); Nuovo dizionario di psicologia, psichiatria, psicoanalisi, neuroscienze (Milano 2018). Cento storie di filosofi per ragazzi curiosi ( Milano 2019).
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