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sab 08-02-2020 n.12922, Elide Apice

“Il motore di Roselena” quando la passione supera la maldicenza

Al Mulino Pacifico per la rassegna Obiettivo T


Roselena è donna e in quanto tale a lei sono preclusi anche i sogni.
Nata alle pendici del Vesuvio dove non arriva nemmeno il vento, lei il vento se lo immagina proveniente dalla velocità di moto e di macchine lanciate come in volo.
La sua passione, i motori e gli ingranaggi, la possibilità di potenza, la volontà di lavorare in un mondo fatto di meccanica.
Zio Donato e zi' Nicola che lavorano appunto con le macchine fanno parte del suo mondo immaginifico, l’unico luogo in cui si sente se stessa fin quando, neonata, riusciva a stare tranquilla solo in officina.
Ma è femmina e i motori non possono essere il suo mondo.
Roselena, ieri al Mulino Pacifcio per la rassegna Obietticvo T , è la protagonista di “Il motore di Roselena”, drammaturgia di Antonio Pascale con Gea Martire e la regia di Nadia Baldi, una produzione Teatro Segreto.
Un monologo di circa 80 minuti, affrontato con grinta e passione da una attrice praticamente perfetta nel suo ruolo che ha restituito al pubblico il senso della passione che sfida gli archetipi e le convenzioni e supera i confini fino a realizzarsi.
Roselena non ha paura degli “inciuci”, li affronta a spalle dritte e se per guidare un Caballero dovrà concedersi a Chicco ‘è, cafè lo farà perche la sua passione è più forte di ogni remora, così come si concederà al caporeparto motori dell’Alfa Sud, dove, aveva trovato lavoro, ma solo alla realizzazione delle portiere delle automobili, e solo per accedere al reparto di produzione.
Si sposerà, Roselena con chi ha la sua stessa passione, con lui realizzerà (sebbene celata dietro il nome del marito) il sogno di gestire un’officina e poi si dedicherà alle corse clandestine e in cambio delle vittorie finirà per ricevere solo epiteti, quell’epiteto che qualifica una donna libera, quel “puttana” sussurrato al suo passaggio per strada, dagli uomini che la circondano.
Un testo complesso in cui Gea Martire, sola in scena, ha in realtà dialogato con i motori, personalizzandoli, individuando in ogni tipo di macchina o di moto, un vicino di casa, un parente un amico, scoprendo l’amore proprio a causa di una macchina in una piéce tragicomica recitata in napoletano, naturalmente, ambientando la scena in quel sud dove più forti sono avvertite le difficoltà di genere.
Il prossimo appuntamento di Obiettivo T è per il 7 marzo con Scampoli di e con Massimiliano Civica
IL MOTORE DI ROSELENA
Da un’idea di Gea Martire
Drammaturgia di Antonio Pascale
con Gea Martire
Costumi Carlo Poggioli
Spazio Scenico: Rossana Giugliano
Progetto luci: Nadia Baldi
Produzione Teatro Segreto srl






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