Tresa e Gero sono gemelli, non hanno ricordi della mamma che hanno perso da piccolissimi e di lei non conoscono storie. Vivono con il papà, incapace di dare amore e che un giorno, inseguendo il suo lavoro, li porta a casa di zia Rosa. Un'assenza di qualche tempo che poi si trasforma in mesi e poi in un abbandono definitivo. Questo il nucleo di “ Il silenzio dell’acciuga” di Lorena Spampinato, Nutrimenti edizioni, presentato al premio Strega 2020 da Lidia Ravera. La Sicilia a fare da sfondo ad una narrazione intensa per un romanzo di formazione che ha al centro la difficoltà di crescere, di diventare grandi, di determinarsi nelle proprie scelte. E se nell’Italia degli anni ’60, il tempo della narrazione, il crescere e diventare uomini è un fatto normale, non è lo stesso per una femmina che oltretutto si è vista imporre dal padre un’educazione severa tesa ad essere in tutto uguale a suo fratello gemello. Tresa, magra come una acciuga (l’acciuga che è silenziosa nel titolo) è ancora una bambina, la incontriamo che ha dieci anni, viene presa in giro dai suoi compagni di scuola, ma si rifiuta di diventarne vittima. Vive quasi passivamente, ma osservando attentamente la realtà, le varie fasi di cambiamento della sua vita: la vita con il papà, il trasferimento in casa della zia, l’abbandono dell’unica figura di riferimento parentale fino ad allora avuta, i chiacchiericci intorno la figura di zia Rosa, bella come Sylvie Vartan che ancora non si sposa, pur non avendo bisogno di nulla, possedendo un bel pezzo di terra che le procura una buona rendita. Gero, suo fratello, è come il padre, prepotente, a tratti egoista, così Tresa finirà per fidarsi di Sasà, un compagno di scuola che l’estate imminente, però, finirà per allontanarlo da lei. Poi la strana malattia di zia Rosa, il turbinio di pensieri e sentimenti per Giuseppe, un giovane agricoltore che però ha già 30 e per lei ormai dodicenne, è praticamente irraggiungibile, nonostante “i baci che furono veloci e senza allegria”, baci che porteranno “l’acciuga a cadere nella rete” e a trovarsi in una difficile situazione sentimentale. Una narrazione semplice e schietta che svela le dinamiche dei legami familiari basati troppo spesso sul silenzio e sulla violenza nel difficile percorrere l’età dell’adolescenza.
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