E’ un romanzo di rara potenza narrativa, di forte impatto, di grande coinvolgimento emotivo, “L’amore altrove” di Cynthia Collu, pubblicato da Dea Planeta e presentato al Premio Strega 2020 da Ferruccio Parazzoli. Una narrazione essenziale, per raccontare di violenza e di amore, di sofferenza e di odio, di fragilità e forza. In una Milano di periferia una famiglia di origine sarda trascorre la sua esistenza sopravvivendo a se stessa. Amanda, la madre, la chiamano “la pazza”, alla continua ricerca di un paio di ali per volare e continuamente a frugare nell’immondizia alla scoperta di vecchi giocattoli cui ridare una dignità, incapace di difendere se stessa e le sue figlie. Luca, il padre, ama più l’alcool che la sua famiglia che diventa capro espiatorio delle sue frustrazioni, picchia la moglie, fa vivere in una sorte sospensione dei pensieri, minaccia le figlie alle quali destina la più subdola delle violenze. Licia e Giada si amano di amore profondo e complice, ma spesso si contrappongono, sono in contrasto, la prima nel tentativo di difesa della fragilità di sua madre, la seconda che non accetta più i continui soprusi in una famiglia dove non ci sono regole. Ognuna reagisce a modo suo, una annullandosi in storie senza senso con ragazzi di cui a malapena conosce l’identità, l’altra odiando i suoi genitori e provando a vivere quanto più normalmente possibile. Il tutto in uno spazio temporale che ci riporta agli anni ’90 e attraverso diversi piani di narrazione che nelle tre parti e l’epilogo che compongono il libro provano ad affrontare la realtà secondo i diversi punto di vista. Il lettore, così, si troverà proiettato in storie antiche e antichi abbandoni dai quali probabilmente scaturiscono i modelli comportamentali di oggi per cui i carnefici di oggi sono stati a loro volta vittime e sarà sempre più preso da una narrazione eccellente, di ampio respiro, che riesce a restituire il senso del dolore e forse di speranza, la capacità delle donne di essere unite e forti nonostante tutto. Decisamente un libro meritevole che meriterebbe l’inclusione almeno nella dozzina del Premio Strega 2020. Dalla quarta di copertina: «È facile essere buoni quando si è felici. Quando si soffre non lo è per niente»
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