Antonella Orefice, con un ottimo lavoro frutto di approfonditi studi testimoniati dalla nutrita bibliografia, mette al centro di “Eleonora Pimentel Fonseca – L’eroina della Repubblica Napoletana del 1799” (Salerno edizioni) la rivoluzione napoletana del 1799, quella che portò alla costituzione della Repubblica Napoletana, e soprattutto pone l’accento sulla figura di Eleonora Pimentel Fonseca, al centro delle azioni di quei giorni di tumulto. Donna forte e ribelle Eleonora vessata da un matrimonio infelice, distrutta dalla morte del figlio Francesco, umiliata dai continui tradimenti del marito dedicò tutta se stessa all’idea di libertà che affrontò dapprima con una criticatissima separazione dal marito dedicandosi poi, anima e corpo, alla politica dei giovani giacobini napoletani ottenendo, intanto, la direzione del Monitore Napoletano, giornale di aperta critica politica. I tumulti si susseguirono fino alla creazione della Repubblica Napoletana che ebbe vita breve, solo sei mesi, dopo i quali la Pimentel fu catturata e condannata a morte. Intorno alla sua figura nacquero diverse storie tra le quali quella che vuole che sia stata condotta al patibolo senza biancheria intima e che qualcuno le abbia offerto una spilla per chiudere l’abito. Antonella Orefice parla solo di leggende ma di certo su Lenòr cadde la damnatio memoriae, accusata di tutto e del contrario di tutto. Questo volume è il tentativo riuscito di Orefice di restituire all’eroina partenopea donna illuminata, forte e combattiva, molto vicina all’ideale di donna moderna, la dignità di una donna capace di combattere fino alla morte in difesa di un ideale.
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