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sab 18-07-2020 n.13135, Elide Apice

La vera storia di Martia Basile di Maurizio Ponticello

Per la rubrica Letto per voi

Martia Basile è una ragazzina, poco più di una bambina, ha soli 12 anni e viene data sposa a don Muzio Guarnieri, vedovo e attempato.
E’ l’inizio di una discesa negli inferi, in una vita fatta di violenza, schiaffi e ripetuti stupri nella totale assenza di affetti.
Resta sola Martia in una casa grande e vuota per le continue assenze del marito, e i suoi ritorni sono peggiori delle assenze.
Due figlie, che siano femmine è solo colpa sua per quel marito senza affetto, e tanta solitudine interrotta di tanto in tanto dalle visite di Giovanni della Carrettòla, lo storpio poeta dall’immenso cuore, unico a cantare la vita e la morte di una ragazza sulla quale cadrà la vergogna e la damnatio memoriae.
“Ho incontrato Martia Basile una notte d’estate - scrive sui social Maurizio Ponticello, autore per Mondadori, della rinascita di Martia - Mi venne in un sogno, era bellissima. Aveva i capelli fulvi sciolti sulle spalle, mi scrutava e parlava con una voce arrochita dal tempo. «Devo vivere» mi disse, «Fa’ qualcosa». E in quel momento accadde il miracolo, il suo cuore riprese a battere dopo centinaia di anni, ma era dilaniato dal dolore e da una furia incontenibile. Martia voleva giustizia”
E giustizia sarà nell’animo di chi leggerà la storia della sposa bambina, “incapace” di avere un figlio maschio, ripetutamente tradita, trattata peggio di una bestia, violentata, malmenata perfino nel momento della nascita della seconda figlia.
Costretta a vivere lontana dalle sue bambine date a balia intanto che le si curavano i lividi e le ossa rotte dalla furia del marito.
Un marito capace di venderla per pagare debiti, pur sapendo che Martia sarebbe stata violentata e non solo dal creditore.
E’ femmina forte, però, Marzia, e riesce a scappare in maniera rocambolesca, riesce ad eludere i cani lanciati alla sua ricerca, fa ritorno a casa.
Inizierà un percorso di autodeterminazione, sperimenterà la potenza della sorellanza, conoscerà le janare che le apriranno il mondo della natura (da cui troverà unguneti e pomate per sanare le ferite), ma anche del mistero.
Finirà per innamorarsi di Hermanno Gajola, capitano di giustizia spagnolo (struggenti le pagine che raccontano di questo amore e della passione, vera e non subita, scoperta con la meraviglia di chi non ha conosciuto altro che dolore).
Il ritorno di Don Muzio segnerà l’inizio della fine, Martia finirà per uccidere il marito complice Hermanno che non sarà capace di dimostrarle quell'amore di cui le parlava.
Tutto precipiterà, sarà incarcerata assieme alla serva Desiata e a Giamelio, sarà accusata di stregoneria e di essersi concessa al demonio, verrà decapitata e su lei scenderà l’oblio.
Un libro dal dolore denso, questo di Ponticello che non risparmia crudezza delle immagini per rendere ancor più percettibile il dolore di una storia così lontana del tempo (terribile il racconto della prima notte di nozze e quella dello stupro collettivo), che non ha paura di scavare nella realtà nel tentativo di rendere giustizia ad una donna colpevole solo di essere femmina.
Ottima scelta linguistica con l’uso di un napoletano arcaico ma “alleggerito”, cosi scrive Ponticello nelle note, per un libro che ha alle spalle approfonditi studi non solo delle ottine di un poema scritto da Giovanni della Carrettòla che fu presente all'esecuzione avvenuta nel 1603, ma anche del periodo storico di riferimento  di cui si intrecciano le vicende nella ben più triste storia di Marita Basile
 
La vera storia di Martia Basile
di Maurizio Pionticello
Edizioni Mondadori
336 pagine
19 euro






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