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mar 28-07-2020 n.13146, Elide Apice

Rosso. Storie di tango. E' magia al Teatro Romano

La Compagnia Balletto di Benevento chiude la rassegna estiva dell'OFB


“Non mi sembra vero essere qui - così Carmen Castiello, direttrice artistica della Compagnia Balletto di Benevento alla fine dello spettacolo, ennesimo e scontato sold out al Teatro Romano - È come se d’improvviso ci fossimo ritrovati tutti fermi, immobili, con la sola possibilità di guardare indietro... la magia dell’assenza... poi l’universo astratto della musica e quello tangibile della danza. Speravamo di tornare su un palco, ma non ci credevamo e invece siamo qui. Per questo ringrazio tutti voi che avete sostenuto il nostro progetto nato all’insegna della semplicità, ma ricco d’amore e di passione. Avevo bisogno di ritrovarci qui con questo sentimento che ci appartiene”.
E la passione è stato il leit motiv di “ROSSO:Storie di tango” che sul palco ha visto la partecipazione dell’Orchestra Filarmonica di Benevento all’ultimo appuntamento per la rassegne estiva ( e già proiettata versi i nuovi incontri musicali).
Un sentimento comune quello rappresentato in scena dgli splendidi artisti della Compagnia di Balletto, a partire dalla prima scena con la donna in rosso, ancora simbolo d’amore e di passione che arriva alla completa liberazione della propria femminilità.
Amore tra persone, tra uomini o donne, amore che è dolore, amore che spesso sfocia in violenza, amore in famiglia, tutto questo è stato portato in scena su coreografie di Giselle Marucci e della stessa Carmen Castiello.
“Scene particolari – confida la direttrice artistica - come quando un ballerino si spoglia come atto estremo del desiderio e come esaltazione del corpo perfetto”.
In scena anche Peppe Barile e Linda Ocone (anche per lei una rinascita in ogni senso) e poi coppie che hanno rappresentato il loro rapporto quotidiano durante il lockdown: Rosanna De Cicco e Edoardo Rossi, autori della splendida tela posta in fondo alla scena perché da artisti hanno trovato consolazione nell’arte; Pier Paolo Palma e Giorgia de Conno in un dialogo a partire da testi teatrali: Ettore Patrevita e Sara Scuderi che hanno trovato il senso nella speranza nella musica e nella danza.
Tocco finale, l’idea dell’amore casalingo e quotidiano dei tangueri della Compagnia Infintango con i maestri Mercedes Quilici, Alejandro Nievas e Paola Cabrera perché l’arte, la musica, il ballo hanno ancor di più unito le anime chiuse nella solitudine.
“I tangueri hanno danzato fuori dal palco perché abbiamo pensato a questo spettacolo quando le direttive anticovid erano ancora più restrittive e non permettevano un gran numero di persone in azione – ci spiega Carmen Castiello – ma è stato comunque un momento molto suggestivo dello spettacolo!"
Perché proprio il tango per lo spettacolo della rinascita?
"È uno spettacolo che parla dell’amore – risponde Carmen Castiello - e nasce dal luogo e dal tempo in cui siamo stati fermi ed il Tango è una meravigliosa metafora di quel momento in cui siamo stati obbligati allo stallo, spiati, pesati, quando qualcosa si è fermato e la nostra vita era in un quadrato, lo stesso quadrato che racchiude la coppia del tango ed i danzatori lasciano il mondo alle loro spalle... lontano.
Disperatamente abbiamo cercato di vivere e provare ad affermarci, a dire qualcosa, a metterci in ascolto con la vita e in quell’assenza ci siamo orientati attraverso i ricordi di un passato che è il luogo di tutti: la malinconia.
Lo spettacolo racconta la bellezza che noi abitiamo ed in palcoscenico diventa solenne, monumentale!
Le storie sono quelle vere, raccontate da artisti della nostra città che sono coppie, marito e moglie, compagni di vita: musicisti, attori, artisti che insieme ai danzatori attraversano il Tango dove i loro amori sono struggenti, felici, violenti, dove si è travolti dall’eros, dalla passione e da un profondo senso di solitudine”.
Successo scontato con pubblico visibilmente soddisfatto e intanto la Compagnia di Balletto torna allo studio di nuove emozioni per lo spettacolo in tre tempi che si terrà dal prossimo 10 agosto, sempre al Teatro Romano per cui si ringrazia il direttore Ferdinando Creta per la disponibilità.






























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