Nonno e nipotino si confrontano sulla sorte della società locale dopo il diluvio-virus. Favole raccontate e temute, che inchiodano la città e la comunità civile a un inesorabile destino che sembra escludere la speranza del “niente sarà come prima”. Tra i protagonisti cavalieri bianchi, neri e grigi, improbabili fatine, la strega Politica, Homo Elettoralis, mostri e mutanti che compongono una storia immobile e soffocante. Secondo Nico De Vincentiis il contagio vero, per il quale non si starebbe neanche studiando un serio vaccino a causa del conflitto insanabile tra le “aziende produttrici”, è quello che si consuma nelle azioni quotidiane, strisciante e perverso, che ha già finito per creare decine di migliaia di “asintomatici” ma inevitabili vettori di complicità, scorciatoie, corruzione, indifferenza, invidia, pigrizia. In realtà portatori sani di “tentazioni”, provocate o subite, il cui risultato però è lo stesso: l’impossibilità di produrre un reale cambiamento. Un nonno e un nipotino visitano i cantieri in cui si costruisce un’Arca su cui sistemare e consentire a valori, speranze e nuovi tentativi di cambiamento di attraversare indenni le tempeste e costruire una nuova umanità a partire dalle piccole città-mondo. Decenni, ventenni, ere geologiche, trasformazioni e salti di specie, ma alla fine sarà il Covid-20 a determinare la vera svolta sociale e politica. Naturalmente con l’arrivo sulla scena di un nuovo, inaspettato, sindaco della città.
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