Chi è una zitella? Ancora oggi il termine è usato in maniera dispregiativa ad indicare una donna non più giovane, magari inacidita dall’assenza di una relazione. In “Piuttosto mi affogherei. Storia vertiginosa delle zitelle” (Enciclopedia delle Donne), Valeria Parrella, storica delle donne, affronta il tema ripercorrendo la storia del termine, il suo intimo significato e i cambiamenti che la parola ha avuto nel corso degli anni. Con una scrittura fluida e piacevole, facilmente fruibile da tutti e tutte, il libro supportato da una grande ricerca bibliografica, parte da lontano, affonda le radici nei miti antichi e nelle fiabe e restituisce figure di donne votate a non sposarsi per scelta, obbligo o convenzioni sociali. Donne sempre soggette al potere maschile che le obbligava a due sole scelte: sposarsi o rimanere zitelle monacandosi. Veniva loro impedito di progredire, di affacciarsi al mondo, di studiare. Qualcuna riuscì a ribellarsi e scelse consapevolmente il ruolo di zitella come donna autonoma e realizzata. È il caso di donne non convenzionali, capaci di opporsi ai diktat della società a cominciare da Diana per arrivare alle Amazzoni e a Giovanna d’Arco, attraversando i secoli ed arrivando al ‘900 a testimonianza di come, pur di non cedere a un matrimonio imposto o di convenienza si preferisse indossare l’abito da monaca o, al contrario, darsi ad una vita in qualche modo dissoluta. Molte si adoperarono anche per le altre donne creando accademie per orfane e per fanciulle senza dote nonostante fossero ostacolate dalle famiglie di origine dalla società. Un libro davvero interessante e necessario per capire la forza delle donne.
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