“Strada facendo. Viaggio tra il virus della povertà e il contagio della solidarietà”. È il titolo del nuovo libro di Bruno Menna (Edizioni Aessegrafica), disponibile nelle librerie e sugli store digitali. Nell’inverno del 1945, tre bambini partono da Benevento per Forlì.§ Saranno accolti dalle famiglie di una delle tante e operose province “rosse” del Nord, monitorate e mobilitate dal Pci e dall’Unione donne italiane, in grado di ospitare i minori del Sud più derelitto. È, il loro, un soggiorno breve e tormentato, destinato a sfociare in un mesto e punitivo ritorno nella desolata terra d’origine, fatta salva l’imprevedibilità del cammino di ogni essere umano. Un’incursione romanzata nell’Italia sconfitta, insanguinata, affamata, infettata e scollata del Dopoguerra che si dimenava tra il miraggio di un piatto di pastasciutta e di un letto caldo e la retorica della propaganda imbarazzante e contrapposta, tra la pugnace “chiesa” comunista e il preoccupato oltranzismo del mondo cattolico; tra la speranza di un “vaccino”, capace di debellare il venefico virus della povertà, del distanziamento e della pandemia sociale, e l’auspicato desiderio di un “contagio” diffuso di benessere e solidarietà. In appendice, sono pubblicate due “Novelle del tempo di guerra”, la prima di Clara Sborselli, la seconda di Antonio Pastore, risultate vincitrici di un concorso dell’Enal, bandito nel 1945. Testimonianza preziosa di un Paese scosso e percorso dagli orrori del conflitto ma capace di elaborare la sofferenza, affidandosi anche alla scrittura.
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