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Lo studio di Raphsody in Blue attraverso i movimenti jazz e contemporanei che nel tempo hanno interpretato questa celebre composizione, questo al centro del laboratorio coreografico che la Compagnia Balletto di Benevento e il Centro Studi Carmen Castiello hanno portato in scena stamattina al Teatro Romano.
“Tre i diversi obiettivi – questo l’intento di Carmen Castiello - rendere l’allievo consapevole della sua libertà espressiva corporea, attraverso lunghe fasi di improvvisazione; far sperimentare le tecniche compositive dei principali teorici del movimento del Novecento; stimolare l’allievo a creare un proprio linguaggio e iniziare a costruire un proprio percorso coreografico”.
Ed è stato un colpo d’occhio spettacolare, aggirarsi al Teatro romano in una domenica mattina di fine estate, facendosi indirizzare dalle note della famosissima composizione di George Gershwin, di certo una delle icone sonore del ventesimo secolo.
“Il brano fu inizialmente pensato dall'autore per due pianoforti. E l'orchestrazione fu affidata all'arrangiatore di Whiteman, Ferde Grofé. – questo si apprende nel corso dell’incontro - Il brano venne presentato il 12 febbraio del 1924 all'Aeolian Hall di New York.
L'esecuzione, al pianoforte Gershwin, che non aveva avuto neanche il tempo di scrivere la parte, fu un clamoroso successo: erano presenti alcuni grandi della musica del tempo, tra cui Fritz Kreisler, Igor Stravinsky, Sergej Rachmaninov e Leopold Stokowski”.
La Rapsodia in blu fonde due generi musicali, musica jazz e colta. La cultura musicale dalla quale proviene Gershwin lo porta sicuramente a inserire in un genere classico sonorità e arrangiamenti jazz o blues da cui il titolo della composizione, tanto che lo stesso l'autore dichiarò: "... la udii come una sorta di multicroma fantasia, un caleidoscopio musicale dell'America, col nostro miscuglio di razze, il nostro incomparabile brio nazionale, i nostri blues, la nostra pazzia metropolitana".
La mirabile iniziativa nell’ambito della programmazione culturale proposta dal direttore Ferdinando Creta per favorire il turismo di prossimità.
“Continua il rapporto di collaborazione tra la Direzione regionale musei Campania e l’Area archeologica del Teatro romano con la Compagnia Balletto di Benevento e il Centro Studi danza di Carmen Castiello sottoscritto dallo scorso anno in un protocollo d’intesa – così il direttore Creta – con produzioni e momenti come questo per far crescere i giovani danzatori beneventani in un rapporto diretto con la scena.
Questo tipo di iniziative sta dando proficui risultati. I ragazzi sono entusiasti di questi momenti laboratori e allo steso tempo anche i visitatori di passaggio possono fruire di inaspettati momenti di danza”.
Prossimo incontro al Teatro Romano la tre giorni “Metti una sera… un autore al Teatro romano, promossa dall’assoiazione culturale Culure e Lettiure dal 16 al 18 settembre 2020
 
foto di repertorio di Giovanni Minervini














Lo studio di Raphsody in Blue attraverso i movimenti jazz e contemporanei che nel tempo hanno interpretato questa celebre composizione, questo al centro del laboratorio coreografico che la Compagnia Balletto di Benevento e il Centro Studi Carmen Castiello hanno portato in scena stamattina al Teatro Romano.
“Tre i diversi obiettivi – questo l’intento di Carmen Castiello - rendere l’allievo consapevole della sua libertà espressiva corporea, attraverso lunghe fasi di improvvisazione; far sperimentare le tecniche compositive dei principali teorici del movimento del Novecento; stimolare l’allievo a creare un proprio linguaggio e iniziare a costruire un proprio percorso coreografico”.
Ed è stato un colpo d’occhio spettacolare, aggirarsi al Teatro romano in una domenica mattina di fine estate, facendosi indirizzare dalle note della famosissima composizione di George Gershwin, di certo una delle icone sonore del ventesimo secolo.
“Il brano fu inizialmente pensato dall'autore per due pianoforti. E l'orchestrazione fu affidata all'arrangiatore di Whiteman, Ferde Grofé. – questo si apprende nel corso dell’incontro - Il brano venne presentato il 12 febbraio del 1924 all'Aeolian Hall di New York.
L'esecuzione, al pianoforte Gershwin, che non aveva avuto neanche il tempo di scrivere la parte, fu un clamoroso successo: erano presenti alcuni grandi della musica del tempo, tra cui Fritz Kreisler, Igor Stravinsky, Sergej Rachmaninov e Leopold Stokowski”.
La Rapsodia in blu fonde due generi musicali, musica jazz e colta. La cultura musicale dalla quale proviene Gershwin lo porta sicuramente a inserire in un genere classico sonorità e arrangiamenti jazz o blues da cui il titolo della composizione, tanto che lo stesso l'autore dichiarò: "... la udii come una sorta di multicroma fantasia, un caleidoscopio musicale dell'America, col nostro miscuglio di razze, il nostro incomparabile brio nazionale, i nostri blues, la nostra pazzia metropolitana".
La mirabile iniziativa nell’ambito della programmazione culturale proposta dal direttore Ferdinando Creta per favorire il turismo di prossimità.
“Continua il rapporto di collaborazione tra la Direzione regionale musei Campania e l’Area archeologica del Teatro romano con la Compagnia Balletto di Benevento e il Centro Studi danza di Carmen Castiello sottoscritto dallo scorso anno in un protocollo d’intesa – così il direttore Creta – con produzioni e momenti come questo per far crescere i giovani danzatori beneventani in un rapporto diretto con la scena.
Questo tipo di iniziative sta dando proficui risultati. I ragazzi sono entusiasti di questi momenti laboratori e allo steso tempo anche i visitatori di passaggio possono fruire di inaspettati momenti di danza”.
Prossimo incontro al Teatro Romano la tre giorni “Metti una sera… un autore al Teatro romano, promossa dall’assoiazione culturale Culure e Lettiure dal 16 al 18 settembre 2020
 
foto di repertorio di Giovanni Minervini













   

dom 13-09-2020 n.13191, Elide Apice

Raphsody in Blue: il Teatro romano si apre ai laboratori coreografici

Questa mattina, in scena, la Compagnia Balletto di Benevento e il Centro Studi Carmen Castiello



Lo studio di Raphsody in Blue attraverso i movimenti jazz e contemporanei che nel tempo hanno interpretato questa celebre composizione, questo al centro del laboratorio coreografico che la Compagnia Balletto di Benevento e il Centro Studi Carmen Castiello hanno portato in scena stamattina al Teatro Romano.
“Tre i diversi obiettivi – questo l’intento di Carmen Castiello - rendere l’allievo consapevole della sua libertà espressiva corporea, attraverso lunghe fasi di improvvisazione; far sperimentare le tecniche compositive dei principali teorici del movimento del Novecento; stimolare l’allievo a creare un proprio linguaggio e iniziare a costruire un proprio percorso coreografico”.
Ed è stato un colpo d’occhio spettacolare, aggirarsi al Teatro romano in una domenica mattina di fine estate, facendosi indirizzare dalle note della famosissima composizione di George Gershwin, di certo una delle icone sonore del ventesimo secolo.
“Il brano fu inizialmente pensato dall'autore per due pianoforti. E l'orchestrazione fu affidata all'arrangiatore di Whiteman, Ferde Grofé. – questo si apprende nel corso dell’incontro - Il brano venne presentato il 12 febbraio del 1924 all'Aeolian Hall di New York.
L'esecuzione, al pianoforte Gershwin, che non aveva avuto neanche il tempo di scrivere la parte, fu un clamoroso successo: erano presenti alcuni grandi della musica del tempo, tra cui Fritz Kreisler, Igor Stravinsky, Sergej Rachmaninov e Leopold Stokowski”.
La Rapsodia in blu fonde due generi musicali, musica jazz e colta. La cultura musicale dalla quale proviene Gershwin lo porta sicuramente a inserire in un genere classico sonorità e arrangiamenti jazz o blues da cui il titolo della composizione, tanto che lo stesso l'autore dichiarò: "... la udii come una sorta di multicroma fantasia, un caleidoscopio musicale dell'America, col nostro miscuglio di razze, il nostro incomparabile brio nazionale, i nostri blues, la nostra pazzia metropolitana".
La mirabile iniziativa nell’ambito della programmazione culturale proposta dal direttore Ferdinando Creta per favorire il turismo di prossimità.
“Continua il rapporto di collaborazione tra la Direzione regionale musei Campania e l’Area archeologica del Teatro romano con la Compagnia Balletto di Benevento e il Centro Studi danza di Carmen Castiello sottoscritto dallo scorso anno in un protocollo d’intesa – così il direttore Creta – con produzioni e momenti come questo per far crescere i giovani danzatori beneventani in un rapporto diretto con la scena.
Questo tipo di iniziative sta dando proficui risultati. I ragazzi sono entusiasti di questi momenti laboratori e allo steso tempo anche i visitatori di passaggio possono fruire di inaspettati momenti di danza”.
Prossimo incontro al Teatro Romano la tre giorni “Metti una sera… un autore al Teatro romano, promossa dall’assoiazione culturale Culure e Lettiure dal 16 al 18 settembre 2020
 
foto di repertorio di Giovanni Minervini

















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