Arrivano gli stranieri in quel paese semiabbandonato del Campidano e portano con loro stupore, preoccupazione, curiosità. Sono accompagnati da volontari che dovranno sistemarsi con loro nel Rudere. Portano angoscia nella piccola comunità ormai fatta solo di gente anziana che teme per la propria casa, per le proprie cose. Si entra così in “Un tempo gentile” (Nottetempo) di Milena Agus, un romanzo che racconta il senso di accoglienza tutto femminile che porterà gli ultimi della terra al centro delle attenzioni delle donne del paese. Donne forti e forti soprattutto della loro fragilità, quella che emerge al ricordo di figli lontani che ormai non tornano nemmeno per Natale, di mariti assenti e di case da lustrare nonostante siano decrepite fin dalle fondamenta. Saranno loro, prima con titubanza, poi con sempre crescente solidarietà, a dare una mano a chi fugge dagli orrori, ad aiutare a sistemare il Rudere, a creare un orto di vicinanza, ad aprirsi al mondo ostile, ad accettare e favorire nuovi amori, a far nascere nuove vite e su loro cadrà, improvviso, il dolore di un ulteriore distacco. I profughi sono solo di passaggio per quella terra che non può offrire nulla e partiranno, senza rimpianti, per quell’Europa sognata dove cercheranno i giorni di domani. Cosa resterà alle donne del paese? Il ricordo di quei giorni diversi accomunati ai ricordi dei figli lontani. E’ tutto permeato di malinconia il nuovo romanzo di Milena Agus, quella malinconia che ti fa immaginare la comunione con i figli nei giorni di Natale, il desiderio di apparecchiare con i piatti buoni quella tavola imbandita cui si sa già che nessun figlio tornerà. Quella malinconia che non ti impedisce di vivere, ma ti fa sopravvivere in attesa di quel giorno in cui forse torneranno e intanto si accolgono figli di altri che il mare impetuoso ha portato sulle sponde dell’isola e li si sente propri e per loro ci sarà poi la stessa malinconia. Bella la narrazione che procede come un lungo diario in cui si intrecciano i sentimenti dei migranti delusi dal luogo che non è l’Europa sognata, le vite dei volontari, ognuno con un suo passato a volte da rimuovere, le frustrazioni degli abitanti e soprattutto delle abitanti di un paese ridotto a rango di frazione dove non passa più nemmeno il treno, tutti, però, con la speranza che qualcosa prima o poi arriverà. Un romanzo che punta gli accenti sugli stereotipi, li fa propri, li ribalta nella considerazione di una diversa realtà e tende alla ricerca del senso di fratellanza.
Milena Agus è nata a Genova da genitori sardi e vive a Cagliari, dove insegna italiano e storia in un istituto superiore tecnico-professionale. Con nottetempo ha pubblicato Mentre dorme il pescecane (2005), Mal di pietre (2006), Ali di babbo (2008), La contessa di ricotta (2009), Sottosopra (2012), Guardati dalla mia fame (con Luciana Castellina, 2014), Terre promesse (2017). I suoi libri sono tradotti in cinque lingue. L'uscita in Francia del suo secondo romanzo è stato un evento, di critiche e di vendite. Milena Agus ha ricevuto numerosi premi letterari, tra i quali il prestigioso Premio Zerilli-Marimò a New York. Mal di pietre ha vinto il Premio Forte Village (2007) e si è segnalato fra i finalisti del Premio Strega e al secondo posto nel Campiello.
Titolo: Un tempo gentile Autrice: Milena Agus Editore: Nottetempo Collana: Narrativa Anno edizione: 2020 In commercio dal: 27 agosto 2020 Pagine: 204 p., Brossura EAN: 9788874527953
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