Il mese di febbraio volge al termine con il consueto appuntamento mensile di “Stregonerie - Premio Strega tutto l’anno”, la rassegna dedicata ai capolavori dello Strega, promossa da Strega Alberti e Fondazione Bellonci e curata da Isabella Pedicini e Melania Petriello. Venerdì 26 febbraio, alle ore 18, sarà possibile assistere in diretta streaming – sui canali social di Strega Alberti, Premio Strega e Stregonerie – all’appuntamento dedicato a Giovanni Arpino e al suo testo “L’ombra delle colline”, vincitore del premio nel 1964. Interverranno Roberto Ippolito, giornalista e scrittore e Fabio Stassi, curatore delle Lettere scontrose di Giovanni Arpino (Minimum Fax 2020). A moderare l’incontro ci sarà Emilia Zazza, autrice Rai. “L’ombra delle colline” è un limpido e disilluso esame di coscienza di un’intera generazione che, nel libro, prende la forma del viaggio: Stefano, insieme a Lu, parte da Roma alla volta delle colline piemontesi, ritornando ai luoghi della sua giovinezza in un percorso reale e interiore che, tappa dopo tappa, concede al protagonista un riesame del passato tra ricordi d’infanzia, i momenti della guerra fascista e i giorni della Liberazione. Al termine di questo itinerario la vita di Stefano cambierà definitivamente. Un appuntamento per rileggere e riscoprire uno straordinario e originalissimo autore del Novecento italiano. Scoperto da Elio Vittorini, Giovanni Arpino è stato scrittore e giornalista, ha collaborato a riviste e periodici come “Il Mondo”, “Il Ponte”, “L’Espresso”. È stato consulente editoriale per varie case editrici e inviato speciale della “Stampa” e del “Giornale” per lo sport diventando una delle firme più illustri del calcio italiano, accanto a Gianni Brera e a Mario Soldati. Tra i suoi romanzi: Sei Stato felice, Giovanni (1952); Gli anni del giudizio (1957); La suora giovane (1959); Le mille e una Italia (1960); Il buio e il miele (1969, dal quale Dino Risi trae il film Profumo di donna con Vittorio Gassman); Il fratello italiano (1980); Passo d’addio (1986).
«Non esiste ricordo da abbandonare come fosse una fredda, stanca cenere cui più non somigliamo: ogni vero ricordo è ancora un richiamo, una verità che ci lavora nelle ossa, un febbrile atto di sfida al buio di domani…Forse ci toccherà soggiacere a un’eterna rassegnazione […] O forse un nuovo slancio, un benefico fulmine, ancora ci attendono più in là, per aprirci in una più ricca, misteriosa ondata, per renderci esperti d’una salvezza umana che ancora abbisogna del nostro intervento…Forse laggiù dove si annida il pericolo, noi, proprio noi!, risorgeremo salvatori».
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