E’ più facile conoscersi o ri-conoscerci? E’ più facile tenere viva la memoria e sperare in un ritorno oppure lasciarsi scorrere addosso la vita e provare a dimenticare? Ulisse e Penelope si ritrovano dopo 20 anni, la drammaturgia di Marilena Lucente attraversa un solo giorno, quello del ritorno ad Itaca, si sfiorano le mani (e a tanti saranno tornate in mente le suggestioni delle performance di Marina Abramovich), lei non lo riconosce o forse vorrebbe avere prova d’amore da chi l’ha abbandonata a regnare da sola con un bambino piccolo. Intorno il bisbiglio del mare e le presenze/assenze dei Proci che insidiano e mettono alla prova Penelope, la fedele, mentre Ulisse, maschio possessivo, rivendica diritti su terra, figlio e moglie imponendo, come sempre, le sue scelte. E’ qui nella sua semplice perfezione, l’essenza di “Di un Ulisse e di una Penelope” ieri al Mulino Pacifico per la rassegna “Live- il teatro è dal vivo”, nella restituzione di passioni, rabbia impotente, astio di Roberto Solofria, carnale, fisico, potente (che ne cura anche la regia), e di Ilaria Delli Paoli, Penelope in lacrime di emozione, dalla apparente fragilità che nasconde una inumana forza d’animo e la capacità tutta femminile di resilienza oltre ogni limite e di decisioni definitive. Il tutto in una scenografia minimal ed efficace, un alto tavolo che è desco e talamo, al disotto acqua che abbatte e mortifica, che purifica e allevia che finirà per allontanare per sempre Ulisse, votato alla “canoscenza”, incapace di tenere legata a sé la “sua” donna che ha finalmente scelto. Ottima iniziativa questa di "LIVE - il teatro è dal vivo" (il teatro è dal vivo o NON è) il cui ultimo appuntamento, sempre alle 20.00, è per stasera con "Lettere d'amore e musica al Mulino", progetto del Nuovo Teatro Sanità . Di un Ulisse e di una Penelope Testo di Marilena Lucente regia Roberto Solofria Penelope in attesa Ilaria Delli Paoli progetto sonoro Paky Di Maio scene Antonio Buonocore costumi Alina Lombardi disegno luci Marco Ghidelli collaborazione ai movimenti scenici Luigi Imperato traduzioni in napoletano Roberto Solofria organizzazione Napoleone Zavatto una produzione Mutamenti/Teatro Civico 14
|