Cosa c’è di più ridicolo di una lettera d’amore? Chi è più ridicolo di chi scrive lettere d’amore? E, allo stesso tempo, cosa sarebbe un amore senza le lettere che ne raccontano le passioni e cosa sarebbe della musica che spesso nasce dalla sonorità e dal ritmo delle parole? E’ quanto si chiede Mario Gelardi che attingendo a piene mani dagli epistolari più intensi ha portato il Nuovo Teatro Sanità al Mulino Pacifico per la rassegna “Live - il Teatro è dal vivo”, felice intuizione che ha riempito le platee all’aperto del dopo pandemia. Annalisa Direttore, Gennaro Maresca, Davide Mazzella, Gaetano Migliaccio, Chiarastella Sorrentino, Carlo Vannini sono stati i protagonisti di “Lettere d’amore” che ha dato vita ad un appassionante viaggio nelle parole del cuore di personaggi noti ma che condividono col comune mortale la passione, a volte il dolore, altre la felicità di un rapporto d’amore o di intensa amicizia. E il pubblico ha scoperto e meditato su quanto l’animo innamorato può dettare da Jack London che scrive a Anna Sturnsky, alla passione di Frida Khalo, da Oscar Wilde e il suo dolore per la lontananza da Alfred Douglas. E poi le parole di Irene Nemirovsky e di Charlotte Bronte, le epistole tra Dino Campana e Sibilla Aleramo, di Rodin a Camille, di Albert Camus a Maria Casarès, di Fernando Pessoa a Ofélia Queiroz, il ricordo di Totò che scrive De Filippo e la lettera dolorosa di Luigi Tenco a Dalida seguita dalla struggente interpretazione di “Mi sono innamorato di te”. Una bella e coraggiosa proposta, non è semplice proporre delle lettere, ma gli interpreti, ben guidati da una regia accorta hanno saputo restituire al pubblico decisamente coinvolto tutta la forza dell’amore.
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