Aldo Colucciello ci ha lasciato lo scorso anno, prematuramente, tutto il mondo della ricerca lo ha pianto. “Una persona generosa, dotata di calda umanità”, così l’antropologo Claudio Corvino ricordava l’amico ricercatore, postando sui social una foto scattatagli a fine agosto, proprio in Calvi, il suo paese, dove i due si erano dati appuntamento. Come tutte le anime sensibili, anche Corvino era colpito dalla grandezza di cuore dell’amico Aldo, dalla sua sincerità e straripante dolcezza, sempre modesto, occultato in un angolo ad osservare ed ascoltare. ”Io” non era un pronome abusato da Aldo, infatti pochi conoscono la mole di attività condotte dal ricercatore, la quantità di studi svolti, articoli pubblicati. La sua dolcezza era espressa nei suoi occhi profondi e tristi. Un dolcezza e un fascino il suo che gli era conferito anche dagli studi sull’India, un mondo dalla spiccata spiritualità. Da dietro l’occhio meccanico della sua fotocamera e telecamera sapeva cogliere quei particolari che narrano senza l’ausilio delle parole. L’ho conosciuto forse una ventina di anni fa, entrambi nella squadra del prof. Pierluigi Rovito per la Rivista Storica del Sannio, ma io ero una ricercatrice in erba, lui con una mole di esperienza, correggeva le bozze con gran delicatezza, evitando di urtare la suscettibilità di chiunque. Nel 2019, col prof Rovito stava organizzando un seminario internazionale sul cibo per il quale mi contattò come esperta di erbe spontanee, poi arrivò la pandemia e tutto è sfumato. Di lui un amico avrebbe tanto da dire, e me lo confermò la telefonata di Florindo Cirignano, in lacrime, per il compagno di pellegrinaggi a feste insolite. Ricordo solo le più importanti attività condotte dall’antropologo laureato all’Istituto Orientale di Napoli con una tesi su “The Holi Festival: Two Worlds in Opposition Between Order and Chaos”, e con Dottorato in Etnoantropologia presso La Sapienza di Roma. Vincitore del dottorato “Asia Orientale e Meridionale” presso l’Orientale di Napoli. Molte le attività di ricerca: con il Prof. SM Pandey curatore del dizionario Hindi ~ Italiano, a cura del Centro Studi Lessicografici dell’IsIAO di Roma e Istituto Universitario Orientale di Napoli; in Storia dell’India contemporanea e moderna presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli; specialista e collaboratore del Prof. Marino Niola in Temi Antropologici presso l’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli; responsabile del progetto “Laboratorio di Rituali e Pratiche Festive”, Università degli Studi di Napoli – Suor Orsola Benincasa; socio Generale IsIAO (Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente) di Roma; collaboratore come Antropologo e Addetto Stampa al Museo delle feste e tradizioni popolari di Casertavecchia; membro del Comitato Scientifico della “Rivista storica del Sannio”; membro del Laboratorio di Antropologia Sociale dell’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli;direttore della Rivista on-line “Note a margine” sul sito www.museodellefeste.it.; membro generale della Gujarat Studies Association; socio Generale AISEA (Associazione Italiana Studi Etnoantropologici); coordinatore delle attività del Progetto di Studio “Le immagini e la memoria” a Rocchetta Sant’Antonio (FG). Professore a contratto presso l’Università degli Studi di Macerata, Hindi Culture and Litterature; coordinatore delle attività del Progetto di Studio del CeSMu – museo e Centro Studi Fiume Medio-Calore – zone di Benevento / Avellino; coordinatore delle attività del Progetto di Studio per i Beni Culturali dell’Associazione Officine Koiné (Salerno); curatore della mostra fotografica sul Country Side Life Style a Montefusco (Avellino) presso il Carcere Borbonico nell’autunno 2002; curatore della mostra cinematografica: “Me, Us, the Other … Representations of Identity”; collaboratore al Florence Indian Film Festival “River to River” . Numerose le sue pubblicazioni. Poliglotta, parlava portoghese, inglese, indiano. Aveva fondato B.R.I.O. (Visual Anthropology-Applied) un festival di documentari di carattere antropologico e contribuito alla nascita di Intimalente. Con Antonio Martone collaborò per radio 3 alle “feste del grano” e “Arrefresca l’anema ro’ priatorio”, tre puntate sul cimitero delle Fontanelle. Sempre con Martone realizzò quattro puntate sui Briganti e brigantesse nell’unità d’Italia. Moltissimi i progetti in fieri che non vedranno più la luce. Purtroppo Aldo, come la maggior parte di noi, non è stato profeta in patria, una persona del suo spessore, oltre che un vanto per il territorio, era una risorsa, bastava solo dargli spazio e possibilità di lavorare dignitosamente; ma la ricerca antropologica per il nostro entroterra sembra essere roba da perdigiorno, non fa economia, è solo per studiosi “folli” o per una élite, quella stretta cerchia di amici che ora lo piange. La cosa si spiega facilmente, il mondo ormai ha preso la sua direzione, denaro a tutti i costi e sempre più velocemente per battere la concorrenza, tutto gira intorno a questo, non vi è più umanità ma numeri, percentuali, reddito, il tutto supportato da una politica che non guarda al bene della comunità ma alle personali escalation. Così non comprendi come mai un progetto serio, culturale o scientifico, non è preso in considerazione mentre si sperperano i fondi pubblici per cosette incomprensibili.
Semi fantastici
La rete di intercultura delle terre di mezzo.
Reportage Scientifico
a cura di
Prof. Pierluigi Rovito
Prof. Claudio Corvino
prof. Aniello Barone
dott. Franca Molinaro
Reportage Artistico
a cura di
Rosanna De Cicco
Umberto Rinaldi
Michele Stanzione
Pasquale Palmieri
Reportage di Prosa & Poesia
A cura di
Angela Ragusa
Michela De Minico
La RETE
degli Artisti
FlorindoCirignano&MariaD’Anna&RosannaDeCicco&PaolaDeGregorio&ChiaraFierro&FlavioGrasso&CostabileGuariglia&PietroMaietta&EnnioMontenigro&PietroMontone&FrancescoPeluso&EdoardoRossi&SalvatoreZacchino.
Balletto di Benevento a cura di Carmen Castiello, Voce e Fisarmonica Eduarda Iscaro
|