 Venti anni e tanta voglia di scappare da un luogo che gli va stretto, in cui non si riconosce, in cui si sento sotto lo sguardo giudicante, venti anni e un desiderio di futuro che prova a costruirsi passo dopo passo, tra tentennamenti e pensieri contorti che restituiscono al lettore un romanzo di formazione il cui protagonista si sente un “corpo minore” tra desiderio e aspirazione, mille talenti e tante ambizioni come corpi minori sono tutti i perdenti, i sofferenti, chi non riesce a stare in pace nemmeno con se stesso, chi insegue un desiderio.
Rozzano, il luogo di origine come già per Febbre, il libro che ha consacrato Jonhatan Bazzi al successo, ritorna in una narrazione intensa e potente pubblicata da Mondadori e poi le tante strade di una Milano scelta per vicinanza e comodità, ma di certo come mezzo per aspirare ad una libertà che il piccolo centro non permetteva.
Una Milano che ritorna in ogni capitolo che porta il nome di una strada e di un vissuto fatto di aspirazioni e di tante frustrazioni di desideri che a volte si dissolvono improvvisamente, di amori tanto entusiasmanti quanto laceranti, di ritorni.
Perché per essere felici non basta un luogo nemmeno se questo si avvicina al centro di Milano almeno quanto si allontana da Rozzano, e nemmeno un amore anche se ricambiato.
La felicità è qualcosa di impalpabile e difficile da raggiungere, un desiderio che quasi mai si raggiunge, una ricerca di equilibrio cui si giunge attraverso mille contraddizioni.
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