“Poco a me stesso” (Bompiani), è un romanzo scritto da Alessandro Zaccuri Un romanzo dalla lunga genesi la cui prima idea nacque già intorno agli anni ’90e fondato su una domanda: cosa sarebbe stato di Alessandro Manzoni se Giulia Beccaria non avesse accettato di sposare il vecchio Conte Manzoni? La narrazione, colta e forbita parte dagli ultimi tempi di Giulia Beccaria, quando, a metà dell’800 Gulia, ormai in là con l’età riceve a palazzo il conte Cerclefleury, allievo di Anton Mesmer, guaritore che proverà a riderle vigore e salute. E’ proprio in questa casa che vive Evaristo Tirannanzi, un personaggio chiamato in casa per occuparsi dell’amministrazione del palazzo e i due finiranno per essere vicini e per svelarsi confidenze Da qui una serie di avventure e di disavventure che vedranno protagonisti i due uomini e che svelerano, pian piano ai lettori la verità su Tirannanzi e su quella voce in cui i posteri riconosceranno proprio il Manzoni che non lo abbandona. Il bello di una narrazione è però nella lettura e lasciamo ai lettori lo svelare dell’arcano soffermandoci sul pregio di un libro che ha tantissimi riferimenti letterari, che sembra uno scritto manzoniano, che ha la trovata di un originale espediente narrativo, che parte da riferimenti storici, ma diventa fantasia. Un libro coraggioso che ha per titolo una parte di un aforisma dello stesso Manzoni “Poco noto ad altrui, poco a me stesso: gli uomini e gli anni mi diran chi sono” e come fece Manzoni, anche l’autore sente l’esigenza di scusarsi: “Volendo stornare equivoci e proteste, anch’io chiedo perdono: spero che nessuno sia scandalizzato, ma nel caso si sappia che non l’ho fatto apposta”. “Poco a me stesso” era stato proposto al premio Strega 2022 da proposto al Premio Strega da Helena Janeczek.
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