“Mordi e fuggi” perché è così che si prendono le decisioni ed è così che Alberto Boscolo, 20 anni, studente figlio di una certa borghesia, morde la vita e dalla delusione di un Movimento studentesco che non risponde alle sue aspettative aderisce alla Brigata rossa, subito dopo diventata Brigate rosse. Il libro, edito da Baldini+Castoldi, è dolente come solo la memoria può rendere tale e onesto nei ricordi è un affondare nella memoria che porta Alberto al centro di un movimento che ormai 50 anni fa voleva realizzare un preciso progetto politico. La storia procede per flussi di ricordi di un ragazzo di 20 anni diventato adulto e responsabile e capace di decisioni severe. Pur con il pensiero alla famiglia che potrebbe provare sofferenza, a sua sorella, “più piccola di me”, Alberto parteciperà alle azioni dimostrative, alle rapine per autofinanziare il movimento, agli attentati, al primo sequestro seguito dal processo proletario a Iadalgo Macchiarini, uno dei dirigenti della Sit – Siemens, senza riuscire a placare, però, il personale senso di insoddisfazione. Ben presto le Brigate Rosse entreranno nella cronaca quotidiana di quelli che la storia restituisce come anni di piombo, in un romanzo che attinge a piene mani dalla recente storia in cui l’autore innesta la vicenda inventata del protagonista.
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