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mar 03-05-2022 n.13761, Elide Apice

“E poi saremo salvi” di Alessandra Carati

Per la rubrica Letto per voi

La Bosnia, anni ’90, uno dei peggiori conflitti etinici e Adia, solo 6 anni ne è protagonista assieme alla sua famiglia.
Un romanzo di formazione “E poi saremo salvi” (Mondadori ) di Alessandra Carati, che porta i lettori nell’orrore di una guerra inutile come tutte le guerre che in molti passi ci riporta all’attuale conflitto, anche’esso inutile e doloroso.
Adia arriverà in Italia dove già lavora suo padre,  con la mamma e li nascerà suo fratello, in un mondo diverso dal suo dove la sua famiglia fa fatica a integrarsi, il pensiero sempre rivolto al villaggio.
Lei no, lei vuole integrarsi, vuole diventare italiana, vuole essere uguale a quelle ragazze di cui ammira la libertà e ci riuscirà studiando di uno “studio pazzo e disperatissimo” che la porterà a laurearsi in medicina.
I rapporti con la famiglia sono, però tristi e distaccati, ognuno nelle mente un proprio rancore e il proprio senso del dolore  che non li abbandonerà mai. Saranno altri dolori quelli che arriveranno dapprima a separare separano e poi finalmente a riunire ciò che è rimasto di una famiglia che il corso della storia ha condannato all’infelicità.
Bello e struggente, il romanzo parte dall’ascolto di fatti accaduti e narra una storia dal carattere universale tra sentimenti di speranza disillusa, di illusioni cariche di futuro che arriverà in tinte e forme diverse, cercando la possibilità di lasciarsi alle spalle le macerie di una guerra che ha distrutto soprattutto le anime e provando a superare l’orrore con la ricostruzione di una vita che non dimentica, ma che prova ad affrancarsi.
Un libro che è necessario leggere per conoscere un po’ di più quel che è stato l’orrore della guerra in Bosnia e cercare di entrare nei pensieri di quei tanti “Damir”, padri chiusi nella durezza della fatica e del dolore, delle tante “Fatima”, madri votate alla nostalgia dolorosa per un passato che non ritornerà e condannate alla sofferenza eterna, dei tanti figli che hanno deciso di restare in Bosnia per ricostruire la propria terra o che hanno pensato che quel futuro sarebbe nato dall’andare via, lontano dagli orrori.
Il libro è Vincitore del Premio Viareggio-Rèpaci 2021 Opera Prima ed è candidato allo Strega 2022.





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