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mer 18-05-2022 n.13784, Elide Apice

"Le madri non dormono mai" di Lorenzo Marone

Per la rubrica Letto per voi

C’è tanta sofferenza che è legata a rassegnazione o a una speranza velata che qualcosa possa cambiare in “Le madri non dormono mai” di Lorenzo Marone appena pubblicato per Einaudi.
Un libro dolente che apre profonde riflessioni sulla detenzione e in particolare sulla detenzione di madri costrette a portare con sé in carcere i propri figli e poco conta se le celle sono simili a piccolissimi appartamenti, la sera ci sarà sempre un secondino a sbarrare le porte e a togliere quella che poteva sembrare libertà.
Il libro prende il via da una visita che l’autore ha fatto ad un Icam, istituto a custodia attenuata per detenute madri e il profondo senso di sconcerto a questa seguito.
Marone racconta la storia di Diego, figlio di Miriam e a questa storia innesta le altre tante terribili storie di donne che pagano la giusta pena legata a un reato troppo spesso commesso per proteggere il proprio compagno o perché immesse in un flusso di vita che le rende perdenti da sempre.
E alle storie delle detenute e dei loro figli, con un sapiente uso dell’intreccio, Marone affianca le vicende dei non detenuti ma, alla stessa stregua, da considerare prigionieri di un sistema di vita che li vuole guardie di quelle donne: le psicologhe, il direttore, i secondini, tutti e tutte alle prese con un certo  mal di vivere che la professione svolta non aiuta a contenere.
Un libro corale e intenso fatto di parole gridate, scritte per rafforzarne il senso o sussurrate, di descrizioni quasi poetiche di quei lembi di mondo che si intravedono dietro le sbarre, un mondo fatto di sogni sognati e mai realizzati.
Ma è proprio in questo luogo di costrizione che il bene si farà strada strappando il sorriso di un nuovo amico,  l’abbraccio della piccola Melina o le nuove amicizie che sanno di fratellanza con i piccoli nigeriani o con Michi che non sembra una guardia fino all’ultimo  dolente capitolo e a quelle speranze dissolte in un attimo.



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