Pietro Migliorisi è il protagonista di Storia aperta (Bompiani)di Davide Orecchio, un romanzo possente, immenso che lo presenta attraverso varie fasi della sua vita naturalmente facendo i conti con la realtà socio-politica dei tempi che sono attraversati. La parabola umana di Pietro che è quella del padre dell’autore Alfredo, è storia di una umanità cui la storia ha strappato pezzi di serenità. Nato agli inizi del ‘900 Pietro attraversa il secolo e le sue guerre, l’orrore del fascismo, l’assurdità di guerre senza senso per arrivare alla resistenza e poi all’adesione e al partito comunista. E’ la vita di tanti giovani di allora che dopo il fascismo abbracciano una nuova idea, la fanno propria, credono nel comunismo che porterà giustizia sociale e come tanti intrecciano alla Storia la loro storia. Pietro si innamorerà di Michela e la sposerà, avrà da lei un figlio, e lei non gli perdonerà il cambiamento di idee. Si dedicherà alla scrittura e metterà su tanti manoscritti senza riuscire mai a pubblicare nulla. Sarà presente alle storie del tempo, l’uccisione di Wilma Montesi, e poi al golpe di Julio Valerio Borghese e il secolo sarà eviscerato in 24 capitoli e quasi seicento pagine diventando testimone di un tempo che non ha risparmiato sofferenze e disillusioni a tanti. La lingua è potente e ricercata per un libro basato su una formidabile ricerca storica. Non è di facilissima lettura, ma decisamente necessario leggerlo.
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