"Per sei anni sono stato l'uomo più invidiato d'Italia: mi riferisco a Maddalena Corvaglia. Io avevo 50 anni, lei 21, è stato un grande amore, lo ammette anche lei. La definizione nella quale mi ritrovo è attore, credo nel modello americano, un attore deve saper fare tutto: cantare, ballare, far ridere, far commuovere, fare cabaret. Insomma tutto. Il rammarico più grande è non essere mai riuscito ad andare a Sanremo. Ho inviato tante volte le mie canzoni, mi piace la musica so leggerla, so comporta, suono sei strumenti, me la cavo anche con le parole. I direttori artistici degli ultimi festival di Sanremo hanno bocciato le mie canzoni. E pensare che a Sanremo ci vanno cani e porci... Mi hanno detto che un comico che canta è strano, come se il comico potesse fare solo il comico. Non capisco il Parlamento è pieno di comici e io non posso andare a Sanremo. Ho suonato ovunque dalle pizzerie ai nightclub, ho incassato parecchi fischi e tanti cornicioni di pizza. La data che mi ha cambiato la vita è stata il 31 ottobre 1986, ospite del Maurizio Costanzo Show con le mie canzoni bonsai. Ho detto dei no clamorosi. Dissi No ad una proposta della Rai, malgrado sotto il profilo economico fosse importante, quasi irrinunciabile, ma ritenni di non dover voltare le spalle a Mediaset che mi aveva dato artisticamente la grande occasione. Carlo Conti da tempo prova a convincermi ad accettare di partecipare a Tale Quale Show perché so cantare, imitare...e gli ho sempre detto No. Insiste che s ci sa fare bene, allora perché non mi ha selezionato come concorrente per Sanremo. Ho detto no perché mi sta sulle balle dover essere giudicato da Malgioglio. Difendo quello che faccio, la mia professione, le mie scelte. In questo ambiente è facile distrarsi, sono sempre stato onesto con la mia ex moglie. Le amicizie sono rare, i miei amici sono Giobbe Covatta di cui sono stato testimone di nozze di un matrimonio ancora solido, e naturalmente Ezio con il quale da 29 anni conduco Striscia la Notizia. Ci siamo sostenuti nei momenti difficili vissuti nelle nostre famiglie, in silenzio, solo guardandoci e trattenendo le lacrime. Ci siamo sempre l'uno per l'altro. Il teatro è in assoluto l'esperienza più forte per un attore: si studia tantissimo, le prove sono impegnative, si guadagna di meno, ma l'applauso del pubblico lì presente dal vivo ripaga il sacrificio..." Ha improvvisato costringendo la giornalista a discostarsi dalla scaletta, ha interagito con il pubblico, ha ironizzato molto prendendo in giro se stesso, ha dimostrato quella versatilità del modello americano a cui ha fatto riferimento all'inizio dell'intervista, passando dal serio al faceto con disinvoltura e capacità di coinvolgimento. Ha dimostrato attenzione verso il pubblico quando ha chiesto ad un fotografo, posizionatosi davanti al palco ostocolando la visuale alle persone presenti, se avesse intenzione di restare lì per tutta la sera "se resti lì le persone non vedono". 70 anni portati benissimo, uno spirito ancora giovane che guarda con nostalgia il suo passato, la formazione al Derby di Milano, la vera scuola di formazione frequentata da Iannacci, Cochi e Renato, Giorgio Faletti, Diego Abatantuono, Giobbe Covatta, Paolo Villaggio. Si ritrova poco nei social, dice "fanno male". È padre amorevole, amico fedele, fratello presente, è stato un figlio ribelle perché ha voluto assecondare i suoi talenti, si presentò alla maturità all'istituto di ragioneria con la chitarra intonando canzoni di cantautori francesi, e mentre il suo professore di italiano lo ascoltava beato quello di computisteria si chiedeva che senso avesse per un futuro ragioniere presentarsi all'esame con la chitarra...fu quello a decretare il suo 36 sessantesimi. Una serata piacevole, molto malgrado qualche scivolata.
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