foto Alfredo Martinelli
Peppe Barile è unico nel ruolo di Omero, un Omero contestualizzato in impermeabile e ombrello, a interpretare alcuni dei passi più salienti ed emozionanti dell’Iliade. Ieri, al Teatro Romano, in scena “Cosa spinge il cuore nel petto”, uno spettacolo già presentato al Museo archeologico nazionale di Napoli che ha fatto battere il cuore ai presenti. Verità assolute cantate da Omero, l’amore coniugale, quello per i figli, l’amicizia e l’amicizia tradita, sentimenti universali che fanno di quegli eroi, eroi della contemporaneità declamati con la solita passione di Barile, eccellente artista dalla grande capacità evocativa. Ed è stato un continuo riaccendersi della memoria, un continuo riaffacciarsi alla mente di quelle scene dai libri studiati e poi riletti per passione: dall’ira di Achille all’amore di Andromaca a tutte quelle evocazioni che hanno reso partecipe il pubblico, presente in platea il direttore Ferdinando Creta. Grazie a chi ha proposto uno spettacolo dall’indubbio valore culturale i cui testi sono stati selezionati e montati da Cristina Calvino, l’ambientazione sonora e le musiche originali sono state curate da Lello Settembre per la direzione la direzione artistica di Laura Del Verme, audio e Luci a cura di Domenico Cioffi, mentre la regia è stata curata da Pierpaolo Palma.
Peccato per la scarsa presenza di pubblico, nonostante la visibilità data all’evento, evidentemente poco attento alle novità teatrali in quella che viene (probabilmente erroneamente) definita “città di teatro e di teatri”
|