Che Michele Cosentini sia una garanzia è cosa indubbia e non ha tradito le aspettative ieri al Teatro Comunale dove ha portato in scena "Chi si scandalizza è sempre banale" che partendo da un monito di Pier Paolo Pasolini ha tracciato il senso di accuse e di critiche al lettarato di cui ricorrono quest'anno i cento anni dalla nascita.
Non era facile nè scontato parlarne in un periodo in cui c'è stato un gran proliferare di interventi su Pasolini, ma Cosentini è riuscito nell'intento di colpire il pubblico con la potenza di una scrittura che è accusa e critica alle accuse, che è ritmo coniugato a musica, che è perfezione recitativa.
Pasolini e le polemiche su Valle Giulia, Pasolini e le critiche alla scuola e alla TV, il suo rapporto problematico con la chiesa e con la borghesia, la sua opposizione all'antinconformismo giovanile esso stesso metafora di conformismo, tutto in Pasolini è stato motivo di accesa critica e per questo condannato alle continue polemiche. Così come le sue produzioni artistiche e in particolare i suoi film hanno avuto tantissimi detrattori e pur essendo stati ormai sdoganati da qualche anno assistiamo ancora ad una sorta di censura costante, tanto è vero che ancora oggi, la "Trilogia della vita" è stata trasmessa dalla RAI ma con tagli di circa 25 minuti. Bravi tutti: Michele Cosentini per il testo e la regia coadiuvato da Sebastiano Nardone; gli interpreti, Luca Ferrini, Alberto Melone, Riccardo Pieretto; Davide Sapienza per il gioco di luci e grazie al Social Film Festival per la proposta di indubbio valore culturale.
Peccato la scarsa presenza di pubblico in una città che si dice di teatro e di teatri e che perde una splendida occasione di crescita.
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