E no, che Mussolini abbia fatto tanto per le donne non è affatto vero. Mussolini le donne le amava di amore violento e machista, spesso le sfruttava, soprattutto le temeva per le loro potenzialità e per questo inizierà una serie di politiche che di fatto ne avrebbero limitato le azioni. Lo si evince dal magnifico testo “Mussolini ha fatto tanto per le donne! Le radice fasciste del maschilismo italiano” che Mirella Serri ha pubblicato Longanesi. Un testo importante, basato su una approfondita ricerca storica che ci riporta a quel Mussolini degli inizi, quando povero e senza futuro espatria dall’Italia per sfuggire al servizio militare. Un uomo pieno di contraddizioni che si ritrova socialista per poi abbandonare quel mondo e diventare ben altro. Un uomo che ha conosciuto tante, tantissime donne, dalle servette alle più grandi intellettuali del tempo e tante gli cadevano ai piedi soggiogate dal fascino bruto da un uomo che era arrivato a tanto partendo da poco. Le amava le donne, Mussolini, ma le amava di un amore malato e soggiogante, non disdegnava la violenza fisica: uno schiaffo ben assestato o una stilettata in un braccio sono solo due delle tante aggressioni cui si aggiugevano le violenze psicologiche tendevano ad umiliare e così annientare le donne. Donne considerato tutte “meretrici” o “sfogatoi” per l’uomo e sono sue aberranti, testuali parole per donne che in molti casi gli incutevano paura per le potenzialità più o meno palesi. Aveva avuto modo di conoscere le femministe del tempo, donne capaci di scendere in piazza forti di una autonomia economica conquistata con la possibilità di lavorare e non essere solo “moglie e madre”, stereotipo cui la politica mussoliniana le condannò. Serri vuole rintracciare le radici maschiliste in Italia, che pur in parte hanno inizi in anni più remoti, proprio nel periodo mussoliniano quando si opera perché vengano promulgate leggi contro la possibilità di far lavorare le donne, contro il diritto di voto ( e poco conta se, all’inizio, Mussolini socialista nascondeva il maschilismo sotto necessità opportunistiche di avere le donne accanto nelle battaglie sociali). Cosa resta di quel maschilismo? Una certa propensione al pensiero maschilista dominante, un uso (soprattutto da parte di certe frange politiche) di un linguaggio triviale e da postribolo, la propensione a sottovalutare il femminile e soprattutto a svilire le potenzialità delle donne. E il percorso di liberazione delle dalle radici maschiliste, così insito nel pensiero comune, è ancora lungo da realizzare completamente. “Mussolini ha fatto tanto per le donne!” è un libro necessario per capire tanta realtà contemporanea, un libro che a leggerlo provoca rabbia e stizza, che porta a profondi pensieri di riscatto sociale, che porta ancora una volta a dire: “donne, unite siamo forza!” e a lottare ancora per una reale parità tra generi.
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