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gio 27-10-2022 n.13936, Elide Apice

AVO: celebrata la XIV Giornata Nazionale dell’Associazione Volontari Ospedalieri riuniti

Lo scorso 24 ottobre presso la sala conferenze "Fra' Pietro De Giovanni"


“Gli ultimi DIECI dei primi XL anni di AVO Benevento” questo il tema della XIV Giornata Nazionale dell’Associazione Volontari Ospedalieri riuniti, lunedì 24 ottobre, nella sala conferenze "Fra' Pietro De Giovanni", per raccontarsi e per immaginare le strategie future.
Presente anche fra' Angelico Bellino, già priore dell'Ospedale "Fatebenefratelli" di Benevento.

Mario Rossi, presidente Avo – Benevento, ha dato inizio all’incontro illustrando gli impegni che l’associazione si è posta fin dalla sua fondazione quando il professore Loghini diede vita al primo nucleo Avo a Sesto San Giovanni.
Era il 1975 e iniziava un percorso di solidarietà che conta oggi, nonostante la crisi di adesione dovuta alla recente pandemia, 220 sedi in tutta Italia, circa 16000 volontari e interventi in oltre 700 strutture.
A Benevento l’AVO nasce il 5 ottobre del 1982 su iniziativa dei Volontari Vincenziani.
“I propositori - ha affermato Rossi - sicuramente erano convinti conoscitori del pensiero dello scrittore e filosofo Dostoevskij: “il segreto dell’esistenza umana non sta soltanto nel vivere, ma anche nel saper per che cosa si vive”.
L’opportunità e l’idea fu offerta al prof Longhini nel porgere un bicchiere d’acqua ad una ammalata ricoverata nell’Ospedale dove operava.
E proprio il bicchiere d’acqua fu scelto come simbolo dell’Associazione.
I promotori erano altrettanto convinti, come insegna l’aforisma di Raoul Follereau, che la felicità è nel bene che avrebbero fatto, nella gioia che avrebbero diffuso, nel sorriso che sarebbero riusciti a rifiorire, nelle lacrime che avrebbero asciugato”.
E sono ancora questi i sentimenti che animano gli attuali volontari riuniti “in un luogo immaginario per rivivere in maniera univoca e condivisa in tutta Italia l’appartenenza all’Associazione, per testimoniare la loro presenza nel mondo della sofferenza accanto ai malati e a quanti vivono momenti di temporanea difficoltà e si pongono in cammino al loro fianco”.

“Ognuno di noi ha un suo “cammino” alle spalle e un ulteriore strada davanti a se’ da percorrere – ha continuato Rossi- l’AVO stessa è una Associazione in cammino con un passato importante che ne compone la storia e una pressante necessità di movimento, di ricambio, di crescita per portare avanti e diffondere il messaggio di condivisione, accoglienza e fraternità.
L’AVO interviene attivamente, all’interno delle strutture ospedaliere, allo scopo dicontribuire a umanizzare la vita dei degenti, testimoniare la solidarietà della comunità, offrire sostegno nella solitudine e nelle difficoltà, ed anche in altri contesti che non sia l’ospedale.Il volontario AVO è accanto all’ammalato e all’anziano, accoglie i loro bisogni, li ascolta e compie tutti quei gesti che un autentico sentimento di solidarietà consente.

E’ un modo discreto, ma di grande concretezza, per testimoniare che indifferenza e individualismo si possono superare.
Il Volontario Ospedaliero dona il proprio tempo, dona se stesso, dona la sua persona al proprio fratello che si trova suo malgrado in ospedale, pronto a proseguire il viaggio nel mondo della sofferenza, ad iniziare un nuovo cammino.
Da sempre dopo la tempesta ricompare il sereno, dopo la notte risorge il giorno, queste alternanze sono la nostra vita e con le quali convivere.
Dobbiamo, quindi riprendere il nostro cammino di Volontari e porci la seguente domanda: Saremo noi a porgere il bicchiere d’acqua e come?
Importante diventa quindi esercitare la resilienza che è in noi e che si articola in Gratitudine, Speranza, Ottimismo per Ricaricarsi, Ricostruirsi, Rinnovarsi”
Monsignor Mario Iadanza che ha successivamente concelebrato la Santa Messa con Don Matteo, ha ricordato che a Benevento i Fatebenefratelli giungono nel 1614 e con San Giovanni di Dio dotano l'ospedale delle varie specializzazioni.

Da allora l'Ospedale è stato luogo di cura del corpo, ma anche delle anime sofferenti. Necessario, oggi come allora, umanizzare sempre più la medicina superando le ragioni meramente economiche e mettendo al centro l'uomo, il paziente. E' proprio qui che interviene il volontario con la sua capacità di donarsi all'altro.
Prima della celebrazione della Santa Messa sono stati consegnati dal presidente Rossi gli attestati benemerenza a Maria Grazia Giordano e Pasquale De Nicola soci AVO.

A seguire un gradito momento conviviale all’Hotel Italiano per rinsaldare gli affetti e condividere ancora fratellanza, in attesa di visitare l'ipogeo del Duomo.











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